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Gillo Dorfles, addio a un gigante del Novecento: morto a 107 anni l'artista-scienziato

di Giulio Bucchi domenica 4 marzo 2018

2' di lettura

Con la morte di Gillo Dorfles, scomparso a Milano a 107 anni, se ne va un pezzo della cultura italiana che ha segnato il Novecento. Nato a Trieste nell'allora Austria-Ungheria da padre goriziano e madre genovese, ha seguito due passioni parallele: la medicina e l'arte. Si è laureato in medicina, con specializzazione in psichiatria e, al contempo, sin dai primi anni trenta si è dedicato allo studio della pittura, dell'estetica e delle arti in genere. A partire dal 1934 ha iniziato a orientare la sua arte pittorica verso il misticismo, denotando una vicinanza più ai temi dominanti dell'area mitteleuropea che a quelli propri della pittura italiana coeva. Professore di estetica presso le università di Milano, di Cagliari e di Trieste, nel 1948 fondò, insieme ad Atanasio Soldati, Galliano Mazzon, Gianni Monnet e Bruno Munari, il movimento per l'Arte concreta (Mac), del quale contribuì a precisare le posizioni attraverso numerosi articoli, saggi e manifesti artistici. Negli anni Cinquanta è uno dei protagonisti nel panorama artistico italiano prendendo parte a numerose mostre del Mac. Fu attivo anche come intellettuale e nel 1971 sottoscrisse la lettera aperta a L'Espresso contro il commissario Luigi Calabresi. Si dedicò quindi in maniera pressoché esclusiva all'attività critica sino a metà degli anni Ottanta quando, nel 1986, tornò a rendere pubblica la propria produzione pittorica, con la personale presso lo Studio Marconi di Milano. Nel 1995 contribuisce al Manifesto dell'antilibro, presentato ad Acquasanta in provincia di Genova, in cui esprime la valenza artistica e comunicativa dell'editoria di qualità e il ruolo del lettore come artista. Il nome di Dorfles è noto al grande pubblico per un libro, Ultime tendenze nell'arte d'oggi, un vero best-seller che tratta di un argomento assolutamente non pop, dove accompagna il lettore nell'esplorazione tutte le correnti più significative, dall'Informale al Postmoderno, in un modo piacevole e divulgativo, con un risultato talmente funzionale e consultabile che dalla prima edizione del 1961 ad oggi ha già registrato una quindicina di ristampe. Dorfles è anche stato autore dei libri L'architettura moderna (1954); Il Kitsch (1968), La moda della moda (1984), Il feticcio quotidiano (1988) e Horror pleni. La (in)civiltà del rumore (2008) in cui analizza come la "scoria massmediatica" dei nostri tempi abbia soppiantato le attività culturali. Il 24 marzo 2010 è uscito Irritazioni - Un'analisi del costume contemporaneo in cui c'è una critica sarcastica e corrosiva all'attuale iperconsumismo. Come critico, Dorfles fu anche l'uomo che in qualche modo "sdoganò il kitsch, versione colta del cattivo gusto". Nel gennaio 2018 la Triennale di Milano organizzò una sua mostra di dipinti: Vitriol, disegni di Gillo Dorfles 2016. In quell'occasione ebbe a dire: "Come artista non posso considerarmi riuscito in maniera assoluta. Come critico no, ma come pittore sono stato sempre un dilettante".

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