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Carola Rackete vuole salvare Mediterranea dai giudici, Matteo Salvini picchia duro: "Troppi lati oscuri"

mercoledì 17 marzo 2021

2' di lettura

Altro scontro, seppure da lontano, tra Carola Rackete e Matteo Salvini. La paladina dei migranti non si è smentita e ha deciso di scendere in campo per difendere Luca Casarini e Mediterranea Saving Humans dall'accusa dei giudici. Pochi giorni fa le toghe hanno puntato il dito contro la nave Mare Jonio operante per l'ong che - a loro dire - avrebbe ricevuto un'ingente somma di denaro per trasbordare migranti dalla motonave Maersk Etienne. Cruciale, dunque, il ruolo di Casarini. Eppure per la Rackete l'organizzazione e l'attivista vanno aiutati. Immediata la replica del leader della Lega: "Ecco, ci mancava - scrive su Facebook l'ex ministro da sempre a favore dei porti chiusi -. Ong indagate con l'accusa di aver ricevuto denaro per il trasbordo di immigrati, l'irriducibile signora Carola adesso lancia un 'appello internazionale', insieme a 'giornalisti e intellettuali', contro l'Italia e le sue 'massicce operazioni di Polizia'... ". "Stia tranquilla: all'Italia - continua Salvini - penseranno gli italiani, che chiedono trasparenza e verità sui troppi lati oscuri legati al traffico di esseri umani e al business dell'immigrazione clandestina".

Carola Rackete, ma anche Pia Klemp, la capitana della nave umanitaria finanziata dall'artista Banksy, hanno sottoscritto stamattina l'appello sul blog britannico di studi giuridici “Critical Legal Thinking”. Al centro dell’appello, sul quale spuntano nomi di noti attiviste e attiviste, "l’indignata reazione all’attacco politico-giudiziario che la prima piattaforma della società civile italiana per il soccorso in mare sta subendo, a partire dalla massiccia operazione di polizia scattata all’alba dello scorso primo marzo, denunciato come caso emblematico della criminalizzazione in atto delle attività di salvataggio e, più in generale, della solidarietà, in mare come in terra".

Di più perché il gruppo definisce le accuse dei giudici una "minaccia di pesanti pene detentive (fino a trent’anni di carcere)". Il motivo? Quello che le toghe etichettano come "favoreggiamento pluriaggravato dell’immigrazione clandestina" altro non sarebbe per loro se non "salvare vite umane, a partire dal caso Maersk Etienne e dall’incondizionato appoggio a Mediterranea e alle altre ONG sotto attacco".

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