“C’è un tentativo, non da oggi, di sostituire la democrazia con un uomo solo al comando”: Walter Veltroni lo ha detto a La Stampa a proposito del presidente americano Donald Trump. Sull’atteggiamento della premier Giorgia Meloni nei confronti del capo della Casa Bianca, invece, il primo segretario del Pd ha spiegato che “bisogna distinguere due dimensioni diverse. Una cosa è la diplomazia: con il presidente degli Stati Uniti è giusto parlare. Altra dimensione è il giudizio di fondo. Che non può non essere allarmato”.
Parlando dell’opposizione e di cosa bisognerebbe fare contro Trump e la destra americana, poi, lo scrittore ha rivelato un suo desiderio: “Da cittadino, mi piacerebbe trovarmi con altri cittadini per contestare questo tempo di intolleranza e di attacco alla democrazia. Manifestazioni civili, come quelle in corso negli Usa. Sarebbe bello, forse è un sogno, che in tutta Europa, nello stesso giorno, i cittadini mostrassero che un altro mondo è possibile. La destra ha tutto il diritto di manifestare le sue posizioni, ma non è giusto che il pensiero democratico, progressista e liberale sia imbarazzato, timido, in difesa. O ripiegato sul passato”.
Infine, un passaggio sui dazi annunciati da Trump: “I dazi rientrano in un disegno miope che vuole sostituirsi alla dimensione sovranazionale come l’abbiamo conosciuta finora. Il mondo di Trump è fatto di sovranismo nazionalista e di una sola cosa globale: le BigTech. Gli effetti delle follie di questi cento giorni si vedono: 130 ordini esecutivi firmati in pompa magna per dimostrare che un tratto di penna è più importante della democrazia. Il risultato? Un Paese bloccato, con il Pil in discesa, conflitti ovunque, tentativi di intimidire università e giornali e, soprattutto, un presidente in picchiata nel giudizio dell’opinione pubblica”.