In che mani eravamo

AstraZeneca, Bruno Vespa svela l'errore di Conte: "Potevamo avere le dosi dell'Inghilterra, bastavano 70 milioni". Chi ha detto no

Niente vaccino "in casa" e via libera ai furbetti. Ecco l'eredità, drammatica, del governo di Giuseppe Conte a cui il suo successore Mario Draghi deve porre rimedio al più presto. Bruno Vespa, nel suo tradizionale editoriale del sabato sul Quotidiano nazionale, non usa mezzi termini per descrivere un Paese, l'Italia, bloccato dalla burocrazia anche nella fase più devastante dal secondo Dopoguerra a oggi, quella della pandemia. E se l'Italia sta scoppiando, con migliaia di persone in piazza ("Non erano burattini manovrati dall'uomo nero, ma gente che vive il momento economico più drammatico della vita". sottolinea il conduttore di Porta a porta), il motivo è da ricercare anche nei colpevoli ritardi dei mesi scorsi, con buona pace di chi come Marco Travaglio sul tema si irrita sempre molto facilmente.

 

 

 

 



"Con un virus più mansueto si comincerà a convivere, perché bisogna pur vivere", è l'auspicio di Vespa, ma prima il Covid bisogna addomesticarlo con la sola arma in nostro possesso, il vaccino. "Avremmo potuto avere lo stesso numero di vaccini di Boris Johnson se lo Stato italiano un anno fa fosse stato in grado di bonificare un anticipo di 20 milioni e un saldo di 50 all'università di Oxford che accettava di averci come soci", ricorda il giornalista. C'era la volontà politica, sottolinea ancora, non quella della macchina burocratica. E "uno Stato che non può fare in emergenza un bonifico a vista per chicchessia non è uno Stato, ma il sarcofago di un cadavere".

 

 

 

 



Anche sul capitolo furbetti del vaccino, Draghi deve muoversi in fretta. "Guai a chi vaccina un giovane prima di un anziano. Avremmo potuto risparmiare tante vite, chi ha sbagliato le ha sulla coscienza". Con AstraZeneca, grazie al cambio di destinazione in corsa (dai soli under 55 anni a tutte le età) da metà marzo si sarebbero potuti vaccinare migliaia di anziani, "ma in molte regioni hanno continuato a vaccinare personale giudiziario, avvocati, studenti universitari". Si tratta, conclude tombale Vespa. di "una sciagurata disposizione del governo Conte sulle categorie 'essenziali'" tradotto nel più classico "via libera" italiano ai salta-fila.