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Abramovich al verde? Mossa disperata dell'oligarca: "Incontro con i negoziatori di Zelensky"

Roman Abramovich squattrinato. L'oligarca russo, ex patron del Chelsea, sta subendo le sanzioni occidentali per la guerra in Ucraina. Sarebbe questa la motivazione per cui il suo impegno è tutto a favore di una mediazione tra Kiev e Mosca. Non è un caso che una decina di giorni fa il magnate sia stato beccato in Ucraina a parlare con il capo dello staff presidenziale Andrej Yermak e con i negoziatori di Volodymy Zelensky. Una visita, viene definita, "riservata", al punto che il suo portavoce l'ha prontamente smentita. 

 

 

Peccato però che a dire l'esatto opposto, ben quattro giorni dopo, sia il presidente ucraino. "Per quel che so io, e io so molto, lui fa parte del gruppo russo dei negoziatori. Lui è stato a Kiev. Non sono pronto a discutere il formato del suo incontro". Insomma, Abramovich in Ucraina ci è andato eccome. Dietro alla volontà di trovare un accordo per porre fine al conflitto, i più maliziosi sospettano ci sia una questione di soldi. Da tempo l'oligarca è senza quattrini perché tutti i suoi conti sono congelati, tanto che per fronteggiare le sue ingenti spese (si parla di oltre 700 mila dollari a settimana solo per il personale) ha provato a chiedere prestiti agli amici americani invano.

 

 

Una situazione già grave, ma che va a peggiorare con la voce secondo cui l’amministrazione Biden penserebbe di inserirlo nella black list. Quella lista nera con i nomi di oligarchi, e non, sanzionati. I tentativi di trovare una pace sembrano però infruttuosi. Vladimir Putin a riguardo è stato chiarissimo. Al segretario dell'Onu António Guterres, il presidente russo ha riferito: "Senza Donbass e Crimea accordo impossibile". E dunque tutto è fermo.