La tattica militare russa in tre mesi di guerra in Ucraina "non è cambiata. Già all'inizio dell'operazione quando c'erano delle unità russe che praticamente avevano quasi circondato da nord Kiev, in realtà lo sforzo principale veniva esercitato dalla Crimea verso Mariupol e dal Donbass verso Mariupol. Quindi sostanzialmente lo sforzo principale dei russi è sempre stato nel Donbass".
"Non credo - conclude il generale - che vi sia la possibilità di una intesa a breve termine fino a quando almeno la situazione sul campo sarà così fluida. Attualmente i russi stanno conseguendo gli obiettivi tattici che avevano dichiarato dall'inizio della 'operazione speciale', così definita da Putin, ovvero il controllo del Donbass, la sovranità sulla Crimea alla quale si è aggiunto questo collegamento territoriale dalla Crimea al Donbass attraverso la città di Mariupol, caduta dopo combattimenti molto forti". "Però - aggiunge il generale - il Donbass ancora non è completamente conquistato, è in atto l'offensiva russa per chiudere le unità ucraine che da 8 anni fronteggiano quelle delle due repubbliche del Donbass. Credo che fino a quando non sarà conclusa questa fase tattica, la Russia non avrà in mano un risultato così importante da portare Mosca a sedersi al tavolo del negoziato". "Da parte Ucraina, invece, c'è la mancata volontà - almeno per quanto viene affermato da Zelensky - di negoziare se non riconoscendo il fatto che sia il Donbass che la Crimea dovrebbero rientrare nella piena sovranità ucraina. Due posizioni ancora completamente distinte, quindi è difficile che ora come ora si possa arrivare a un negoziato".