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Maria Zakharova, le foto hard del matrimonio: scandalo al Cremlino, non avete visto niente...

giovedì 28 luglio 2022

2' di lettura

 Per un po', della portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, non si era saputo niente. Da quelle parti, c'è ragionevolmente da preoccuparsi. Ogni bicchiere o posata può essere avvelenato e scomparire può coincidere con la deportazione in Siberia. Ci vuol poco a finire in disgrazia, anche quando si fa parte della ristretta élite che comanda al Cremlino. Ma far finire nella lista nera una servitrice fedele come la 46enne Zakharova sarebbe stato uno spreco. Lei rimane sempre lì al suo posto, a coordinare gli sforzi della diplomazia russa di sostenere l'insostenibile invasione di una nazione sovrana. È una guerra di propaganda, nella quale si combatte senza esclusione di colpi bassi, che coinvolge chiunque, anche nella sfera della reputazione personale e può rivelarsi pericolosa anche per la vita privata dei protagonisti. Negli ultimi giorni, infatti, alla Zakharova erano arrivate le avvisaglie di un cyberattacco, anzi della diffusione in stile Kgb di un servizio fotografico imbarazzante.

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Niente di illecito, sia chiaro, soltanto gli scatti della festa del suo matrimonio con Andrei Makarov, celebrato il 7 novembre 2005 presso il consolato russo di New York City, dove la donna, figlia di diplomatici, era l'addetta stampa. Le immagini, scattate durante il ricevimento, ritraggono la coppia in atteggiamenti passionali, non del tutto consoni all'incarico istituzionale di lei. Al di là de contenuto, quel che proccupa maggiormente è la provenienza, che fa sorgere alcune domande: come sono state ottenute le fotografie? chi le ha diffuse? L'esistenza di una talpa che abbia accesso agli archivi personali della coppia crea sospetti e inquietudini.

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L'ipotesi del complotto, a Mosca, è sempre diero l'angolo. Se qualcuno vuole allontanare la Zakharova per prendere il suo posto, allora si tratta di un rivale interno. Che potrebbe aver fatto arrivare il materiale iconografico per mandare un segnale politico. Roba da scatenare un terremoto. Le contromosse possibili sono poche. Dallo scorso aprile la portavoce di Dmitry Lavrov ha aperto una propria pagina personale su Telegram, ma non è riuscita a conquistare più di un migliaio di followers. Forse proprio perché nella sua veste pubblica appare così artificalmente algida e distaccata. Tutto il contrario di quando si abbandona al turbine delle passioni.

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