L'inchiesta

Ferragni, "chi ha chiesto le carte". Pandoro-gate, adesso Chiara trema davvero

La Guardia di finanza di Milano, su delega della Procura, è già al lavoro sull'indagine con al centro il caso che ha coinvolto Chiara Ferragni e l'azienda Balocco per la pubblicità del pandoro "griffato". Nei prossimi giorni, da quanto si apprende, le Fiamme Gialle si presenteranno negli uffici dell'Antitrust per raccogliere i documenti necessari per accertare eventuali irregolarità.

La Procura di Milano ha aperto un fascicolo d’inchiesta sulla vicenda dei pandoro Balocco griffato ’Ferragni' i cui ricavi sarebbero dovuti andare in beneficenza all’ospedale Regina Margherita di Torino. Il Procuratore Marcello Viola ha assegnato il caso al procuratore aggiunto Eugenio Fusco, a capo del Dipartimento ’frodi e tutela consumatori, ma per il momento il fascicolo è a modello 45 (atti non costituenti notizia di reato), quindi senza reato e senza indagati.

La decisione segue l’esposto per truffa aggravata depositato da Codacons e Assourt in oltre 100 Procure d’Italia. Un fatto che determinerà più avanti anche di dover decidere quali magistrati saranno territorialmente competenti.

Per il Codacons i clienti che hanno acquistato il pandoro "solidale" a un prezzo di circa 9 euro (anziché 3,50 euro) hanno diritto a chiedere la restituzione dei soldi versati, "considerato che l’acquisto è stato realizzato sulla base di informazioni ingannevoli legate alla destinazione dei proventi delle vendite". La campagna è già costata all'influencer una multa dell'Antitrust di oltre un milione di euro.

Nessun esposto risulta, invece, sulla vendita delle uova di Pasqua benefiche sponsorizzate sempre dall’imprenditrice digitale in precedenza.