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Raisi, Negri a L'aria che tira: "In Iran tutto è possibile, le ambiguità dell'Azerbaijan"

lunedì 20 maggio 2024

2' di lettura

La morte di Ebrahim Raisi porterà a un cambio di leadership nel governo iraniano? L'elicottero precipitato al confine con l'Azerbaijan e la scomparsa del presidente iraniano ha aperto il vero interrogativo, al di là del dibattito sulle cause dell'incidente (meteo impossibile, guasto tecnico, errore del pilota o, come suggeriscono i più cospirazionisti, sabotaggio interno o attentato di marca israeliana?): cosa succederà ora a Teheran. 

In collegamento con David Parenzo a L'aria che tira, su La7, Alberto Negri guarda i video delle migliaia di iraniani che fin dalle serata di domenica sono scesi in piazza per festeggiare la morte del presidente ultra-nazionalista. Una sfida politica aperta, uno sfregio al regime che potrebbe costare caro a chi ancora una volta chiede libertà e diritti. 

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"Cambierà qualcosa?", gli chiede Parenzo. "A breve non credo - risponde Negri, storico inviato di guerra oggi collaboratore del Manifesto -. Anzi, la morte di Raisi ricompatterà il regime che evidentemente sconta uno scollamento con la popolazione. Dal punto di vista politico interno si aprirà una doppia successione: deve essere sostituito con le elezioni Raisi, ma allo stesso tempo il presidente era indicato come uno dei maggiori candidati a succedere all'ayatollah Ali Khamenei". 

La Guida suprema della Repubblica islamica, sottolinea Negri, "è anziana e di salute malferma. L'uscita di scena di Raisi apre anche questa questione, in un momento in cui oltre ai problemi interni c'è una situazione internazionale molto acuta. Da una parte la contrapposizione Israele-Iran, dall'altra la trattativa con gli Stati Uniti in Oman sul nucleare". Un dettaglio questo che potrebbe ricondurre l'elicottero precipitato a un clamoroso atto dell'opposizione interna. 

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"Servizi segreti americani e il Mossad israeliano hanno subito detto: 'noi non c'entriamo nulla'", ricorda Parenzo. "Battaglie dentro il regime iraniano ce ne sono sempre e Raisi non era, come dire, uno stinco di santo - conferma Negri -, come uno dei giudici dei famosi 'comitati della morte' aveva mandato a impiccagione e fucilazione 5.000 oppositori iraniani. E l'Azerbaijan ha una posizione ambigua: da una parte ospita una base israeliana, è il maggior fornitore di petrolio di Israele e secondo nostro maggiore fornitore di gas, ma ha sempre avuto rapporti ambigui con l'Iran fin dagli anni Novanta, in Iran c'è il 20% di popolazione azera quindi tutto è possibile anche se io propendo per l'incidente. Raisi viaggiava su un elicottero che aveva 40 anni, forse lo aveva comprato addirittura lo Scià".  

Guarda qui il video de L'aria che tira

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