"Romano Prodi lo conosco abbastanza", premette Pier Luigi Bersani ospite in studio di Lilli Gruber a Otto e mezzo, su La7. "Ha fatto un gesto da nonno e lei non è sua nipote, quindi ha fatto qualcosa di indelicato e di sbagliato. Detto questo, però, vorrei rispondere io a quella giornalista lì e attraverso lei perché no anche alla Meloni". E qui parte l'attacco feroce dell'ex segretario del Pd alla premier.
"Ernesto Rossi, liberale, azionista, fondatore del Partito radicale, nel Manifesto di Ventotene ha scritto che a seconda delle circostanze la proprietà privata potrà essere abolita, corretta, limitata o estesa. E' quello che dice l'articolo 42 della nostra Costituzione. Tanto è vero che, cara Meloni, non abbiamo forse abolito la proprietà privata della produzione elettrica negli anni Sessanta? Non l'abbiamo nazionalizzata? E non l'abbiamo estesa negli anni Novanta con le liberalizzazioni? Non l'abbiamo limitata o corretta tutti i santi giorni quando diciamo che non ci può essere una posizione dominante o quando diciamo che se uno ha un pezzo di terra non per questo può costruirci su un palazzo?".
"Cosa resta di questa cosa? Resta la vergogna di un presidente del Consiglio che come se parlasse a CasaPound e non in Parlamento mette in ridicolo una persona che si è fatta 9 anni di galera più 4 di confino a Ventotene senza aver fatto nulla se non pensato e detto quello che pensava".
Da qui all'allarme fascismo il passo è brevissimo: "Questa cosa della minimizzazione, queste anime belle anche a sinistra, lì a dire 'sei caduto nella trappola, Fornaro!', 'era il momento di dire della lite con Salvini...'. Ma il giorno in cui questi sputano sulla Costituzione, io devo chiedere 'come stai con Salvini'? Qui non abbiamo ancora capito dove ci portano questi qui, passo dopo passo. Chiaro? Eh".
Bersani, Prodi e Meloni: guarda qui il video di Otto e mezzo su La7