Arriva il caldo e la sinistra si affretta a chiedere provvedimenti insostenibili in materia ambientale. L’ultima a farlo è stata la vicepresidente della Commissione Ue, la socialista spagnola Teresa Ribera. Con il pretesto delle temperature estreme, ha tacciato di «codardia politica» gli Stati membri più recalcitranti sul Green Deal. Così Bruxelles ha deciso di confermare il target di riduzione delle emissioni del 90% entro il 2040. Una vera e propria mazzata per le imprese europee. E una misura sostanzialmente inutile. «L’Europa non conta più niente in termini di emissioni: siamo al 7% del totale mondiale. Non è la Ribera che influenza le emissioni, ma la Cina, l’Africa, l’Asia» spiega a Libero Chicco Testa. Tra i fondatori di Legambiente, di cui è stato anche segretario nazionale e presidente, Testa è un grande esperto di energia e tra i più accesi critici di un approccio dogmatico alle questioni ambientali. Non a caso il suo ultimo libro ha un titolo inequivocabile: Elogio della crescita felice. Contro l’integralismo ecologico. «Se accettiamo la spiegazione che il riscaldamento globale sia di origine antropica, non lo si combatte certo riducendo parzialmente le emissioni in Europa» aggiunge il Presidente di Assoambiente.
Insomma, l’approccio è sbagliato?
«Occorre affrontare le cose con molto pragmatismo e non con l’ideologia. Negli ultimi dieci anni, fatta 10 la riduzione delle emissioni dei Paesi dell’Unione europea, nel mondo sono cresciute di 120: vuol dire che il resto del globo ha aumentato le emissioni di dodici volte quello che l’Europa ha ridotto. E poi un eventuale processo di stabilizzazione, mantenendo l’aumento entro i due gradi come stabilisce l’Ipcc (il gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico, ndr), dura decenni».
Cosa si può fare dunque?
«Bisogna che la parola “adattamento” e cioè adattarsi alle alte temperature, diventi un concetto condiviso e di uso comune. Perché se puntiamo solo sulla riduzione delle emissioni non ne verremo mai a capo. Insomma, il problema è che dobbiamo imparare a sopravvivere con temperature più elevate, e questo comporta prendere coscienza del problema. Servono le riforme, ma se si continua a predicare la rivoluzione le riforme non si fanno».
Per esempio?
«Bisogna climatizzare gli ambienti, quelli di lavoro lo sono già in gran parte, ma serve intervenire anche sulle abitazioni private, in particolare quelle delle fasce più deboli della popolazione. E poi piantare tanti alberi che riducono gli hot spot urbani di caldo, soprattutto nelle città. Bisogna poi attrezzarsi a gestire fenomeni climatici estremi, perché con elevate temperature c’è molta energia nell’atmosfera e quindi assistiamo a lunghi periodi di siccità alternati a piogge torrenziali. In Italia dobbiamo imparare a immagazzinare l’acqua, visto che le precipitazioni sono ancora abbondanti, e poi restituirla quando ce n’è bisogno. In una parola, serve pragmatismo. Il climatizzatore, in particolare in Italia, è spesso percepito come uno spreco, un lusso, quando invece è uno strumento essenziale».
Serviranno molti investimenti.
«Certo, un aumento del condizionamento comporta maggiori consumi di energia elettrica che bisogna non solo produrre ma anche distribuire. Oggi assistiamo a tanti balckout locali dovuti a punte di consumo che stressano la rete. Quindi dovremo fare grossi investimenti sulla rete elettrica».
Sul fronte della produzione l’unica soluzione sembra essere il nucleare.
«Anche le rinnovabili vanno bene ma hanno dei limiti, che sono l’intermittenza e la scarsa densità. Vanno quindi accoppiate a fonti costanti e potenti e le alternative sono tre: carbone, gas e nucleare. Peraltro trovo straordinario che gli ambientalisti che lottano per la decarbonizzazione considerano il nucleare un nemico invece che un alleato».
Per la sinistra però il colpevole del disastro climatico è la destra “negazionista”.
«Tutti quelli che cercano di fare discorsi pragmatici sono tacciati di negazionismo. Siamo davanti a una religione laica. C’è una frase molto azzeccata dello scrittore americano Michael Crichton: “Nella coscienza dell’uomo metropolitano il rito della messa è stato sostituito dal ristorante biologico”. Ci sono molti provvedimenti placebo che attuiamo. Ad esempio, ci mettiamo a posto la coscienza spegnendo i led alla sera. Ma sono rimedi che non contano niente, tic dell’uomo benestante. Tra l’altro, quelli che denunciano gli sprechi dell’aria condizionata sono quelli che il climatizzatore ce l’hanno...».