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Il romanzo “marziano” che conquistò il mondo

Torna nelle librerie il capolavoro di Robert A. Heinlein, scrittore libertario che fu definito il John Wayne della fantascienza
di Maurizio Stefanini martedì 2 settembre 2025

4' di lettura

T o grok in inglese, reso in italiano con groccare o grokkare, è un curioso verbo, che si affermò nella cultura hippy degli Anni ’60. Poi cessò di essere alla moda, ma è ancora in uso tra gli esperti di informatica. Il significato: avere assimilato pienamente un concetto. Volete groccarlo ancora meglio? La cosa curiosa è che la parola nacque con un romanzo. La cosa ancora più curiosa è che questa parola cara alla controcultura di destra si deve a uno scrittore con immagine di destra, o anche estrema destra. Anche se in realtà le cose sono più sfumate. In ogni modo, proprio quel libro, del 1961, è stato ora ripubblicato in italiano da Fanucci, casa editrice che è un punto di riferimento nazionale per la fantascienza e anche il fantasy. Il romanzo è Straniero in terra straniera (pp. 624, euro 20,90): titolo che è una citazione biblica di Mosè.

L’autore è Robert Anson Heinlein, che qualcuno ha definito “il John Wayne della fantascienza”, appunto in riferimento alle nette posizioni politiche dell’attore di Ombre rosse e I berretti verdi. C’è una introduzione di Kurt Vonnegut, anche lui maestro della fantascienza, che ricorda quanto Heinlein potesse riuscire indigesto ai benpensanti. Vincitore nel 1962 di quel Premio Hugo che è l’Oscar e il Nobel della fantascienza, il libro racconta la storia di Valentine Michael Smith, che è nato durante la prima missione umana su Marte ed è l’unico sopravvissuto alla spedizione. Cresciuto dai marziani, non è abituato al contatto con gli esseri umani, e al suo rientro sulla Terra è del tutto inconsapevole di ciò che lo sta aspettando. Michael, infatti, non ha idea di cosa siano le donne, non conosce le culture terrestri, e neanche ha il concetto di religione.

Spedito sul nostro pianeta dovrà imparare a diventare un umano e a comprendere i pregiudizi e le abitudini sociali, a lui alieni. Appunto, uno straniero in terra straniera. Erede di un gigantesco impero finanziario e padrone di Marte in base a una sentenza giudiziaria che però la cultura marziana non è in grado di riconoscere, il ragazzo viene preso sotto la protezione dell’irascibile Jubal Harshaw, e con lui scopre ed esplora il senso morale degli esseri umani e il vero significato dell’amore puro. Fonda infine una sua Chiesa, per predicare l’amore libero e condividere le capacità psichiche che ha acquisito dai marziani. E così va incontro all’inevitabile destino riservato a ogni messia. Ma le sue credenze e i suoi poteri, che vanno ben oltre i limiti dell’uomo, cambieranno gli abitanti della Terra per sempre. Nato nel 1907 in Missouri e vissuto fino al 1988, Heinlein era un ex-ufficiale, congedato per motivi di salute. Impegnatosi in politica con i democratici, si era candidato alla Camera dei Rappresentanti della California, senza essere eletto, ma accumulando nella campagna elettorale vari debiti.

Economicamente autosufficiente grazie a una piccola pensione, per pagare appunto quelle somme si mise a scrivere libri che diventano best-seller, e che delineano anche una complessa evoluzione da una originaria posizione di sinistra anticomunista a una prospettiva di tipo libertarian, ma dalle molteplici sfaccettature, viste come scorrette sia a destra che a sinistra. Nell’impossibilità qui di ricordare tutta l’ottantina di libri da lui scritti, se ne possono però citare alcuni tra i più tipici delle sue tematiche. La sesta colonna, scritta poco prima di Pearl Harbor, immagina gli Stati Uniti invasi da giapponesi. Il terrore dalla sesta luna, del 1951, ma trasposto al cinema nel 1994, racconta nel 2007 una invasione di alieni in grado di manipolare la mente umana. È una trasparente metafora del pericolo comunista, ma ispirò un fumetto terzomondista come l’argentino Eternauta, recentemente divenuto una serie Netflix. Fanteria dello spazio, del 1959 e a sua volta Premio Hugo, descrive una società dove solo chi ha fatto il militare ha diritto di voto. Nel 1997 ne trasse un famoso film Paul Verhoeven. Una trasposizione spettacolare, ma che ad esempio nella scelta di divise dal sapore nazista sembra accreditare una certa interpretazione della storia come apologia di militarismo. In realtà il messaggio è appunto più complicato, e mentre nel film il protagonista è argentino nel libro si scopre alla fine che è un filippino, il che dà al tutto anche una chiave antirazzista. È stato d’altronde letto in chiavi differenti anche Storia di Farnham: romanzo del 1965 sul viaggio in un mondo del futuro in cui i neri hanno reso i bianchi schiavi. Ma forse il suo manifesto ideologico più esplicito è in La luna è una severa maestra: romanzo del 1966, e a sua volta Premio Hugo, su una colonia lunare che ha elaborato una morale sessuale estremamente sofisticata, e che si ribella contro la Terra in stile molto simile alla Rivoluzione Americana. Coni protagonisti che fanno discorsi alla Milei, ma sono aiutati sia dai trotzkisti che dai seguaci di Ayn Rand.

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