Ci sarà la “quiete dopo la tempesta”? Cosa si saranno detti il principe Harry e Re Carlo III durante un faccia a faccia durato 55 minuti resterà probabilmente un mistero per molto tempo. Di certo, invece, resterà nella storia questo primo passo di “riconciliazione” avvenuto ieri a Clarence House, Londra. È qui che padre e figlio, spogli dei pesanti abiti imposti dai rispettivi ruoli, si sono incontrati dopo un mutismo verbale e fisico che durava dal febbraio del 2024.
Da quando il duca del Sussex si era recato a Londra dopo aver appreso che al suo papà era stato diagnosticato un cancro. Da allora, il nulla. Fino a ieri, a quell’atteso mercoledì, il solo giorno utile per un possibile e attesissimo incontro tra i due. Carlo arrivato intorno alle 15,45 alla residenza reale dopo essere partito nel primo pomeriggio da Balmoral. Harry arrivato alle 17,20 dopo aver lasciato in fretta e furia il Centre for Blast Injury Studies dell’Imperial College di Londra e aver stretto frettolosamente mani di fan radunati sul posto. «Devo andare, sono in ritardo... Devo andare, devo andare. È stato un piacere conoscervi, ragazzi», e via lasciando presagire che sì, suo padre aveva acconsentito ad incontrarlo. I due hanno chiacchierato, bevuto un tè. Di certo il re avrà chiesto dei nipoti Archie e Lillibet che non vede da mesi, e chissà se avrà chiesto notizie di Meghan, ormai impegnata a vendere marmellate.
Già, Meghan. L’origine di tutto stando alle voci e ai retroscena culminati poi in quel libro (Spare) pubblicato a firma di Harry nel quale quasi tutti i membri della famiglia reale sono stati presi di mira e che ha segnato la rottura definitiva tra il secondogenito di Diana Spencer e i reali. Rottura che William, primogenito e futuro re, pare volesse “custodire”. I due fratelli, un tempo complici (“Fab Four” venivano chiamati ai bei tempi le coppie William - Kate, Harry - Meghan), non si sono visti nemmeno in questa occasione. In attesa di conoscere qualche particolare in più sull’incontro di ieri, ma soprattutto la percentuale di riconciliazione (che Harry ormai auspica da tempo), il principe che oggi volerà per gli States, ha partecipato ad un ricevimento collegato agli Invictus Games, da lui stesso lanciati nel 2014 come torneo per veterani e personale militare infortunato. Prima ancora, l’annuncio di una donazione di 500mila dollari a progetti per contribuire per i bambini di Gaza e dell’Ucraina da parte della sua Fondazione e, due giorni fa, una corona dei fiori sulla tomba di nonna Elisabetta.