Il Fatto Quotidiano? Incassa soldi pubblici da Alessandra Todde

di Corrado Oconevenerdì 12 settembre 2025
Il Fatto Quotidiano? Incassa soldi pubblici da Alessandra Todde

( LaPresse)

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Devo confessare un segreto: da liberale ho sempre avuto una simpatia, inconscia si intende, per Marco Travaglio. Non ovviamente per il Travaglio poco attento alle ragioni del garantismo. Né per il Travaglio che in politica estera porta spesso avanti tesi poco sostenibili. La mia inconscia simpatia è andata piuttosto al giornalista che fa il suo mestiere di bastian contrario e che fa anche a volte, forse suo malgrado, affermazioni in piena linea con alcuni principi del liberalismo.
Come non essere d’accordo con lui, infatti, quando, forte di un successo indubitabile della sua creatura (e anche del suo brand), si fa paladino del mercato e afferma che «senza finanziamenti pubblici si lavora meglio» e che «sapere che si possa contare sulle proprie forze e sull’apprezzamento dei lettori, migliora l’indipendenza e il lavoro dei giornalisti»?

Adam Smith e Milton Friedman sottoscriverebbero senza cambiare una virgola. C’è un però grande come una montagna, tuttavia: una cosa è la teoria, e forse anche l’utopia (quale per certi aspetti è quella liberale), un’altra cosa la realtà. E scagli la prima pietra chi è senza peccato. Ce la sentiamo di biasimare del tutto, fino in fondo, quegli imprenditori o quegli amministratori che, per portare avanti la baracca o semplicemente per non mandare sul lastrico dipendenti e giornalisti, sono costretti ad accettare loro malgrado anche qualche aiuto di Stato? Garantire il pluralismo delle idee e delle opinioni è, fra l’altro, compito precipuo di uno Stato democratico. Come si vede, è tutto maledettamente complicato. Il fatto è che la teoria è dritta e la realtà è curva, e per non deragliare bisogna anche a volte calibrare bene le proprie scelte.

Dopo tutto anche il realismo è virtù liberale. Ma fatte queste considerazione, sia pure consentito ammirare, o forse invidiare, chi può permettersi di non esserlo, anche se è lontano dalle mie idee e convinzioni. Ora, però dalla Sardegna giunge una notizia che francamente non mi aspettavo e che fa sentire la mia subcoscienza un po’ tradita: verrebbe voglia di dire a Travaglio quel che Cesare disse a Bruto: «Tu, quoque». Apprendiamo infatti che la Regione Sardegna, presieduta dalla grillina Todde, ha stanziato con affidamento diretto 68.235 euro alla Festa del Fatto Quotidiano. Tutto legittimo, per carità: fino a 120mila euro l’amministrazione regionale può finanziare chi crede, ovvero chi ritiene che sia giusto finanziare per la qualità intrinseca di un evento o un progetto. E non abbiamo ragione per dubitare che tale sia il finanziamento in questione, che ci viene fatto sapere che avviene nell’ambito della strategia Innovare-Macro azione Einstein Telescope «con l’obiettivo di promuovere la candidatura a ospitare nella miniera di Sos Enattos a Lula un’infrastruttura sotterranea in grado di rilevare le onde gravitazionali provenienti dallo spazio profondo».

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Tutto a posto. Però un po’ di amaro in bocca, o meglio laggiù nel profondo, resta. Non so se al Fatto se ne siano accorti, ma così cade una loro sbandierata “diversità”. Quella diversità che anche ci faceva sognare e pensare che dopo tutto era possibile, un mondo ove la “mano invisibile” del mercato possa sostituirsi a quella dello Stato imprenditore e distributore di risorse. Una sola speranza rimane: che al bagno di realtà se ne accompagni anche uno di umanità. Non so se è il caso degli amici del Fatto (giudicate voi) ma sarebbe meglio non giudicare gli altri col metro della “purezza” e della perfezione. Siamo infatti tutti imperfetti, anche se ovviamente in modo qualitativamente e quantitativamente differente. E anche questa è sapienza liberale.