Negli ultimi due anni, la Fenice di Chiara Ferragni è passata dall’essere una macchina ben oliata della comunicazione digitale a un caso da manuale di crisi aziendale. Dopo lo scandalo del cosiddetto "Pandoro Gate", che ha minato in profondità la credibilità dell’influencer e del suo brand, i numeri raccontano un ridimensionamento senza precedenti: non solo nei bilanci, ma anche nel capitale umano.
Alla fine del 2023 - come ricorda Fosca Bincher su Open -, la società contava 27 dipendenti. Dodici mesi dopo, il numero si era già più che dimezzato. Oggi, nel bilancio appena depositato in Camera di commercio di cui dà conto il sito, la fotografia è ancora più drastica: restano soltanto sei persone in organico.
Claudio Calabi, il manager chiamato a gestire una situazione finanziaria complessa, spiega che la riduzione del personale è stata inevitabile. La crisi di fatturato — passata da 12,55 milioni di euro a 1,76 milioni — ha imposto un taglio del 78% rispetto agli organici iniziali. Molti rapporti di lavoro si sono chiusi con accordi transattivi, ma il ridimensionamento non è bastato a riportare la società in equilibrio.
Il quadro finanziario, infatti, resta allarmante. Per evitare di portare i libri in tribunale, lo scorso marzo Calabi ha chiesto a Chiara Ferragni un’iniezione di capitale da oltre 6,4 milioni di euro, necessaria per ricostituire un patrimonio netto ormai negativo. Nonostante questo intervento, il bilancio 2024 si chiude con una perdita di 3,38 milioni. Le riserve liquide sono quasi azzerate: dai 1,9 milioni disponibili l’anno prima si è passati a poco meno di 4 mila euro.
Nel documento depositato emergono inoltre oltre 4,9 milioni di euro accantonati per rischi e oneri futuri. Tra questi, 1,78 milioni per contenziosi già avviati, 210 mila per le buonuscite del personale, 2,45 milioni per possibili dispute con clienti, 320 mila per le perdite legate a società controllate e circa 160 mila per la risoluzione anticipata del contratto di affitto della storica sede milanese di via Turati. In soldoni, un bienni drammatico e delle prospettive tutt'altro che rosee, per la Fenice di Chiara Ferragni.