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Garlasco, le strane intercettazioni Sempio-Carabinieri: "Dammi mezz'ora, ok?"

di Caterina Spinelli martedì 30 settembre 2025

2' di lettura

Anche alcune intercettazioni telefoniche sono finite al centro dell'inchiesta per corruzione in atti giudiziari che vede come indagato l’ex procuratore di Pavia Mario Venditti. Agli atti del fascicolo, coordinato dalla Procura della Repubblica di Brescia, ci sarebbero dunque alcune intercettazioni telefoniche risalenti al 2017 tra Andrea Sempio e due ufficiali della polizia giudiziaria di Pavia. Si tratta di Silvio Sapone e Giuseppe Sposto, entrambi sottoposti a perquisizione domiciliare. Secondo chi indaga i due carabinieri avrebbero avuto presunti contatti "opachi" con Sempio, all’epoca indagato per l’omicidio di Chiara Poggi a Garlasco e poi prosciolto.

Di questo si discute a Quarta Repubblica, il programma di Rete 4 che ha ricostruito i contatti tra Sempio e Sapone, al tempo responsabile sezione della polizia giudiziaria della procura di Pavia. In puntata sono stati analizzati i tabulati telefonici dell'epoca. Il 21 gennaio del 2017, l’ufficiale avrebbe telefonato ad Andrea per ben tre volte. Il giorno successivo, è Sempio a richiamare Sapone: una delle telefonate, di cui non si conosce il contenuto, sarebbe durata 315 secondi, all’incirca 5 minuti. E infine, nel tardo pomeriggio del 22 gennaio, l’indagato avrebbe inviato anche un sms al carabiniere.

Anche per quanto riguarda Spoto ci sarebbero una serie di intercettazioni "sospette", o presunte tali. Il pomeriggio dell’8 febbraio del 2017, l’ufficiale si reca presso l’abitazione di Sempio per eseguire la notifica di un atto, trattenendosi a casa del ragazzo per circa 1 ora e 10 minuti. I carabinieri hanno telefonato ad Andrea Sempio prima di notificargli l’invito a comparire per l’interrogatorio in procura due giorni dopo. Spoto aveva avvisato l’indagato della sua imminente visita. Anzi gli aveva addirittura chiesto di "fare due chiacchiere con lui" per poi trattenersi nella dimora dei Sempio.

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Alle 16.35 Andrea telefona a uno dei suoi legali dell’epoca, l’avvocato Federico Soldani, e gli passa Spoto. L'ufficiale di polizia spiega che l'interrogatorio è stato fissato per il giorno 10 febbraio, precisando di essere "venuto giù apposta". A quel punto Soldani domanda: "Mi dice qualcosa o non mi dice niente?". La replica dell’ufficiale: "E che cosa vuol sapere? Io quello che posso dirle (ride). Avvocato che aria tira? (ride)". "Dica lei", risponde il legale. E Spoto: "Non lo so, perché io sono un semplice ambasciatore. Sa come si dice? Ambasciator non porta pena". E ancora: "Penso che insomma così". Soldani: "Pensa che sia buona l’aria?". Il carabiniere: "Ma no, voglio dire…Se vogliono parlargli…Veda lei, insomma. Tiri lei le conclusioni". Poi alle ore 16.41 c’è un altro contatto telefonico tra Spoto e l’avvocato di Sempio. A parlare è ancora l’ufficiale: "Quando verrete lì, se volete mantenere la massima riservatezza, che penso vorrete mantenere, magari organizziamo per farvi passare dal portone posteriore". E infine: "Andrea ha il mio cellulare, mi può chiamare".

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