Francesca Albanese, come vi abbiamo raccontato, ha abbandonato lo studio di In Onda all'improvviso ieri sera proprio mentre l'editore Francesco Giubilei stava citando le parole della senatrice Liliana Segre sulla questione mediorientale. Il conduttore, Luca Telese, quando ha visto alzarsi la Albanese ha parlato di un'uscita anticipata "concordata" per un altro impegno. E ora è la stessa Albanese, in un'intervista a Fanpage a spiegare cosa è successo davvero.
Conferma il "doppio impegno" (dopo In Onda doveva correre a registrare un podcast), ma aggiunge: "Sono una persona precisa ed ero già stata costretta a un ritardo, ma non accetto di prolungarlo se devo confrontarmi con due persone che non sono preparate sul tema Gaza". E ancora: "Il mio gesto era legato alla direzione della discussione. Immagini il paradosso di questa situazione, chiamare in causa una persona sopravvissuta all'olocausto e al genocidio. Conosco tantissimi esperti di storia, anche sopravvissuti all'olocausto che dicono quello a Gaza sia un genocidio, ma siccome la posizione della senatrice Segre torna utile, si utilizza quella".
Infine spiega: "La pietra di inciampo della logica è che se una persona ha una malattia, non va a farsi fare la diagnosi da un sopravvissuto a quella malattia, ma da un oncologo. Ho grandissimo rispetto per la senatrice Segre, una persona che ha vissuto traumi indicibili e che è profondamente legata a Israele, per questo sostengo che ci sono gli esperti e che non è la sua opinione, o la sua esperienza personale, a stabilire la verità su quanto sta accadendo […] c'è chiaramente un condizionamento emotivo che non la rende imparziale e lucida davanti a questa cosa". Ma a questo punto la domanda sorge spontanea: la Albanese smentisce la tesi di Telese? È stato solo un impegno "già previsto" a indurla ad abbandonare lo studio?