I benzinai ritirano lo sciopero per manifesta infondatezza, la Lega (complimenti a Salvini) a sorpresa e per la prima volta piazza un uomo del Centrodestra a capo del Csm, cioè dei magistrati italiani, a scapito del candidato (dato per favorito) della sinistra. Non dico che il governo scoppi di salute ma i fatti dicono che non è in sofferenza come lo descrivono i principali giornali e commentatori. Stiamo insomma vivendo una dissociazione tra la narrazione della politica che viene messa in scena giorno e notte nei talk televisivi e la realtà.
Non penso che le due cose- finzione e verità- si allineeranno mai, anzi l’esperienza dei passati governi di Centrodestra insegna che più le cose andranno per il verso giusto più la grancassa mediatica intonerà la marcia funebre facendo passare ogni starnuto per un tumore maligno. Adesso il vero scoglio da superare sono le elezioni Regionali del 12 e 13 febbraio. Interessano solo i cittadini di Lombardia e Lazio ma è innegabile che rappresentano un test nazionale, sia per confermare il trend vincente del Centrodestra sia per quanto riguarda i pesi dei partiti all’interno della coalizione.
Sulla carta è una partita facile in entrambi i casi ma c’è una insidia. A riaprire i giochi può essere solo una scarsa affluenza che tradizionalmente avvantaggia non di poco le sinistre. Non sarebbe quindi male, visto che mancano solo due settimane al voto, che anche i leader nazionali mettessero la testa (e magari anche la faccia con maggiore determinazione) su un appuntamento che al momento è fuori dai radar, forse non a caso, della comunicazione scritta e parlata. Lo dovrebbero fare con una certa urgenza perché sono ancora tanti i cittadini lombardi e laziali che ignorano o sottovalutano l’importanza dell’appuntamento.
Se il Centrodestra supererà questo scoglio confermando il governo della Lombardia e strappando alla sinistra quello del Lazio, beh io credo che la strada del governo diventerà ancora più agevole e hai voglia a processarlo ogni sera in diretta tv. Una coalizione che a quel punto governerebbe quindici regioni su venti- e tutte quelle economicamente più sviluppate forse eccetto l’Emilia rossa, più per tradizione che per merito probabilmente qualche diritto di governare anche l’intero Paese, dice la logica, dovrebbe pur averlo.