CATEGORIE

Elly Schlein, ribaltato il voto dei circoli? Perché festeggiano i renziani

di Renato Farina martedì 28 febbraio 2023

4' di lettura

Chi è? Anzi, chi sarà Elly Schlein? Non è stata una sorpresa, diciamolo. La sua vittoria era nell’aria, poiché la trentasettenne dava l’idea di una primavera a poco prezzo. Dipinta e sventolata dai disperati della sinistra, dominanti su giornali e tivù, come un biglietto della lotteria trovato per strada, un fiore spuntato tra le rovine del Pci-ecc-Pd, unica chance di non essere seppelliti dal centrodestra. Hanno perso i circoli, hanno perso idem. I tesserati del Pd non rappresentano più gli elettori reali o potenziali della sinistra. Essi infatti avevano assegnato un predominio nettissimo a Stefano Bonaccini, invece dai gazebo è uscito un altro verdetto: la Schlein ha prevalso con oltre il 53% dei consensi, come ammesso ieri sera dallo stesso Bonaccini.

Stufi dei macilenti residuati esperti solo in sconfitte elettorali (dal 2006, tutte battaglie perse) i simpatizzanti della falce e martello hanno individuato nella trentasettenne cosmopolita di Bologna, la sola possibilità di una rivincita o almeno di sopravvivenza decorosa. Si noti: la Schlein è una figura ricalcata esattamente sull’immagine rovesciata di Giorgia Meloni. Il suo contrario simmetricamente predisposto. Non è stata un’operazione casuale, come fanno credere per non rovinare l’incantesimo. Ha vinto, ma la neo segretaria rischia di diventare famosa come Nino Martinazzoli che tirò giù definitivamente la saracinesca della sua bottega.

OPERAZIONE A TAVOLINO - La cara Elly è in realtà la Vispa Teresa di Lorcompagni. Più che il crollo dei residui di apparati decadenti, questo risultato è la prova agghiacciante di come quel che resta del Partito comunista abbia una capacità soprannaturale di mutare pelle per restare quel che è sempre stato. Loro sopravviveranno e comanderanno tirando i fili della loro creatura politicamente artificiale. La loro operazione è troppo sfacciatamente cinica e tarata su un algoritmo esageratamente cinico persino per i magheggi della politica. Hanno disegnato a freddo una strategia perfetta per l’ascesa al potere sciuè sciuè di Elly, la quale è in linea con il pensiero unico della sinistra parigina e newyorchese. È pienamente donna, ma certo, però è stata programmata come “hom* nov*”. Ha nello zaino una retorica dove le parole giocano tra loro fregandosene della realtà.

Un vuoto siderale eccellente per i talk-show. Be’, bravi bravissimi Dario Franceschini, Andrea Orlando, Pierluigi Bersani, Nicola Zingaretti, e Goffredo Bettini (quest’ultimo il Rasputin della zarina Elly-la-Terribile). A loro dedichiamo gli asterischi di cui sopra: hanno sbaragliato l’altra squadra, meritano che sui loro crani siano sparsi petali simbolici di fluidità. Costoro hanno custodito in questi anni Elly come Guardiola ha fatto con Messi, trattandola come gli entomologi con le farfalle rare («ne nasce così una ogni dieci anni», ha sentenziato Franceschini). Alt! Ne dimenticavo uno tra i vincitori di rango, tra essi il più notevole, un fuori quota per l’intelligenza depotenziata però dalla presunzione: Massimo D’Alema.

Chi ha vinto più di tutti, ma nessuno o quasi se n’è accorto, è proprio lui, l’ex premier (ma non ex comunista). Il quale, se avesse avuto una stampante 3D capace di concretizzare i suoi pensieri, da cultore del materialismo dialettico, ne avrebbe tirato fuori esattamente l’onorevole Schlein, che sta a D’Alema come il gas esilarante ad una lastra di basalto. Ma che importa? Tesi (D’Alema)-antitesi (Elly)-sintesi (il potere). Creare da una costola d Vispa Teresa perfetta per prendere il Pd, e poi allargarlo al vasto e liquefatto mondo del non-pensiero cinque stelle. Il nichilismo ludico, i diritti individuali, Greta ma anche Obama, aborto come diritto assoluto ma anche la tenerezza di Papa Francesco. Insomma l’ideologia che ha trionfato a Sanremo, sommando Amadeus e Fedez, Mattarella ed Egonu...

Questo era l’esperimento che alla fine si è rivelato azzeccato: è ancora presto per capire quale maschera indosseranno. Se agiranno in fretta o bisognerà aspettare il prossimo Carnevale. La presa del Partito democratico da parte di costoro, se davvero attueranno il disegno dalemiano, è destinata a ridurre il Pd a meno del 10% alle europee del 2024. Sarà allora che gli antichi maneggioni transitati dalla solida impalcatura dottrinaria della Dc e del Pci alla dittatura del politicamente corretto - scopriranno che la loro vittoria è stata quella di Pirro.

Era meglio Bonaccini? Non è affar nostro tifare per una delle due correnti. Di sicuro per i riformisti ora «si apre una stagione molto interessante», come ha dichiarato, subito dopo il risultato, la deputata renziana Maria Elena Boschi.

Schlein è puro cosmopolitismo, allergia a qualunque scelta di identità nazionale, contrapposizione assoluta a Giorgia Meloni, al cui partito attribuisce il “metodi squadristi”.
La premier coniò l’iconico: «Io sono Giorgia, sono una donna, sono una madre, sono italiana, sono cristiana». Lei le scaglia contro la definizione di sé stessa uguale e contraria, l’ideale è essere una piuma sbattuta dal vento: «Sono una donna, amo una donna, non sono madre, ma non sono meno donna per questo. Non siamo uteri viventi, ma persone con i loro diritti».

NESSUN AMOR PATRIO - Nessun riferimento alle radici giudaico-cristiane, ok, non si usa a sinistra. Ma non ce n’è neanche quello all’Italia. D’accordo ha cittadinanza americana. È cresciuta in Svizzera. Ma un po’ di amor patrio, un segno di attaccamento a un luogo, a una terra, a una stirpe? Niente da fare. L’antifascismo e i diritti, tutto lì. Il padre è un ebreo americano. Ebbene lei ha stinto il suo connotato giudaico, dicendo che non è ebrea, poiché la madre non è israelita, e a chi ha provato squallidamente a ridire in chiave antisemita sul suo naso, lei ha risposto che invece «è etrusco». Meritandosi una piccata risposta Ruth Dureghello, presidente della Comunità ebraica di Roma: «Non sei di grande aiuto contro l’antisemitismo». La Vispa Teresa è stata prepotente come un colpo di tuono e delicata come una libellula. Diciamo che però è meglio lei dei suoi mentori. È stata mandata avanti con cinismo barbaro dai suoi padri adottivi sparandola nel vuoto siderale per vedere se sopravviveva, un po’ come fecero i sovietici spedendo nello spazio la cagnetta Laika. È stata usata come scudo da marpioni patentati. Le auguriamo di emanciparsi. Magari imparando da Giorgia. 

tag
stefano bonaccini
pd
elly schlein

Cortocircuito a sinistra Askatasuna, M5s-choc: "Dimissioni subito". Fino a dove si spingono per il centro sociale

Che roba sono i democratici Askatasuna, le sconcertanti parole di Lo Russo e Pd dopo lo sgombero: bufera politica

Attacco frontale Bignami deride il Pd: "La vostra è sottomissione", si scatena l'inferno in aula

Ti potrebbero interessare

Askatasuna, M5s-choc: "Dimissioni subito". Fino a dove si spingono per il centro sociale

Redazione

Askatasuna, le sconcertanti parole di Lo Russo e Pd dopo lo sgombero: bufera politica

Bignami deride il Pd: "La vostra è sottomissione", si scatena l'inferno in aula

Roberto Tortora

Open Arms, Bonelli rosica e Orban lo stende

Texas, i soccorritori alla ricerca dei superstiti dopo le inondazioni: le immagini dei danni

Il bilancio delle devastanti inondazioni causate dalla tempesta che ha colpito il Texas centrale sale ad almeno 51 morti. Ventisette i dispersi.Il dato ufficiale fornito dalle autorità parla ancora di 43 vittime ed è probabile aumenti nella zona più colpita della contea di Kerr. Sempre le autorità sabato in una conferenza stampa hanno dichiarato che 15 delle vittime erano bambini. Il governatore Greg Abbott ha promesso che le squadre avrebbero lavorato 24 ore su 24 per soccorrere e recuperare le vittime. Ancora da ufficializzare il numero delle persone disperse, a parte 27 bambine che si trovavano in un campo estivo femminile.

Marco Bassani: L'europeismo trasformato in un culto neo-marxista

Infuria la polemica su un documento che credo debba essere posto nella giusta luce. È vero che occorre contestual...
Marco Bassani

Patricelli: La verità nascosta dal Pci su chi uccise il Duce

Un cold case da ottanta anni nella ghiacciaia della storia, con un enigma avvolto da un mistero. In attesa che l’e...
Marco Patricelli

Calessi: Bertinotti e Fini, uniti dalla Lega ma separati sulla guerra

Il rosso e il nero a casa della Lega. Sono stati loro, Fausto Bertinotti e Gianfranco Fini, intervistati dal direttore d...
Elisa Calessi