Nessuno credeva che quella di ieri a Firenze sarebbe stata una vera manifestazione per la scuola, e infatti non lo è stata. È stata altre cose, però. Innanzitutto, il battesimo del progetto di opposizione che Elly Schlein vorrebbe costruire attorno al Pd, ma intanto la vede correre dietro a Giuseppe Conte. Ai Cinque Stelle e alla sinistra ecologista di Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, in piazza con lei e gli altri “antifascisti”, la leader dei dem ha chiesto di «lavorare insieme sia in parlamento che nel Paese». I temi sono quelli prevedibili, su cui l’accordo già c’è: «La difesa della scuola pubblica, la difesa della sanità pubblica, la difesa del lavoro, il salario minimo, la difesa della Costituzione, la battaglia contro l’autonomia differenziata che Calderoli sta portando avanti». Quanto all’Ucraina, si vedrà.
La colonna sonora di questa unione civile e politica è “Bella ciao”, che tutti intonano, e le foto ricordo vedono la Schlein abbracciarsi con Conte e Maurizio Landini, segretario della Cgil e organizzatore della protesta. I capi dell’opposizione sono loro tre e la piazza di ieri serviva ad ufficializzarlo, alla presenza di Roberto Speranza e degli altri di Articolo Uno, pronti a tornare nel Pd, col “cocomero” rossoverde a fare da dessert.
Le loro sigle rappresentano il fronte che da qui in poi intende contrastare il governo, in parlamento e in piazza, su ogni progetto, dalle regole per l’immigrazione alla riforma della Costituzione, con l’aiuto dell’Anpi di Gianfranco Pagliarulo e delle altre espressioni della “società civile”. Un blocco radicale che rende impossibile ogni forma d’intesa con moderati come Carlo Calenda, che ieri infatti non s’è visto e ha tenuto i suoi lontani da Firenze, e Matteo Renzi, il quale non si è presentato, ma ha mandato una delegazione di Italia viva.
Molte delle facce e delle bandiere viste ieri torneranno sulle strade già l’8 marzo. Il corteo romano organizzato per quel giorno dall’associazione “Non una di Meno”, in concomitanza con l’inevitabile «sciopero femminista e transfemminista», si concluderà in una piazza vicina al ministero della Pubblica Istruzione, in modo da portare la protesta sotto l’ufficio di Giuseppe Valditara.
Perché la parata di ieri non è stata “per” la scuola, come quella di mercoledì non sarà “per” le donne. Tutti questi eventi sono organizzati “contro” il governo della maggioranza scelta dagli italiani. E per questo, ogni volta, non finisce in piazza un solo tema, ma tutta la litania delle ragioni di dissenso dall’esecutivo, anche se slegate dal pretesto ufficiale della manifestazione. È quello che hanno fatto ieri a Firenze i gruppi degli antagonisti, che si sono presentati per difendere il terrorista Alfredo Cospito dietro allo striscione: «Per Alfredo, contro il 41 bis». O i tanti che hanno portato le bandiere della pace, in segno di dissenso con la decisione del governo di inviare altre armi all’Ucraina.
PIÙ ALLEATI CHE RIVALI
Col Pd schierato in favore del reddito di cittadinanza, del Superbonus e di ogni possibile vincolo ambientalista, e in attesa che la segretaria scopra le carte sulle forniture militari all’esercito di Kiev, la sovrapposizione tra i democratici e i Cinque Stelle è pressoché perfetta, ma Schlein e Conte hanno fatto di tutto per dimostrare che intendono essere più alleati che concorrenti. I due hanno parlato a lungo insieme sul palco, ognuno all’orecchio dell’altro, mostrando una confidenza da cui si capisce che il veto messo da Enrico Letta agli accordi del Pd con i grillini, dopo che costoro avevano contribuito a far cadere il governo Draghi, è acqua passata. Conte conferma che le battaglie d’opposizione elencate dalla Schlein sono il giusto punto di partenza anche per lui. «Se ci troviamo qui con la segretaria del Pd, vuol dire che sulle partite concrete noi ci siamo». L’opposizione che ancora non si era vista, ora c’è, ed è tutta radicalizzata a sinistra. Non è detto che per il governo sia una brutta notizia.