A Palazzo Chigi hanno un problema. È un problema piccolo, ma di quelli che tendono a crescere rapidamente. Per questo occorre affrontarlo adesso: affinché non diventi troppo grande e difficile da affrontare. Per capirlo, occorre guardare indietro alle ultime settimane. Durante le quali il governo ha speso gran parte delle proprie energie per occuparsi dello stato di salute di Alfredo Cospito, della congruità delle dichiarazioni di Giovanni Donzelli e Andrea Delmastro, dei pensierini sul fascismo scritti dalla preside di un liceo e dell’affondamento di un barcone mandato a schiantarsi dai trafficanti che lo pilotavano. L’unico colpo d’ala è stato l’annuncio che è in cantiere la riforma dell’Irpef: bella notizia, anche se in quella materia comanda il vincolo di bilancio, ossia la mancanza di soldi nelle casse pubbliche, e dunque la cosa migliore in cui si può sperare è un lieve calo della pressione fiscale e una semplificazione delle aliquote.
IL FATTORE SCHLEIN
Una delle spiegazioni sono state le primarie del Pd. Visto che le riforme è meglio farle tutti insieme, era giusto aspettare che il primo partito d’opposizione scegliesse il suo nuovo leader. Nobile proposito. Ora che sappiamo il suo nome, però, sappiamo anche che non possiamo aspettarci nulla da lei. Il senso della segreteria di Elly Schlein è impedire la realizzazione di tutte le riforme annunciate dal centrodestra, come lei stessa ha messo per iscritto nella mozione con cui ha vinto: «Il presidenzialismo è un disegno che dobbiamo contrastare»; «La destra sta riaprendo quello scontro tra politica e magistratura che ha intossicato il dibattito sulla giustizia, impedendo ogni riforma utile»; «Il disegno di legge sull’autonomia differenziata è inaccettabile». Di buono c’è che fa chiarezza: perdere altro tempo per lei significherebbe aiutarla. Perché il gioco è proprio questo: impantanare l’esecutivo. Restringere l’orizzonte della Meloni e dei suoi ministri alla gestione sempre più affannata dell’incidente quotidiano, in modo da costringerli a rinunciare ad ogni disegno ambizioso. Significherebbe togliere al governo lo scopo per il quale esiste, che a legislatura appena iniziata non può essere certo tirare a campare.
Il bilancio delle devastanti inondazioni causate dalla tempesta che ha colpito il Texas centrale sale ad almeno 51 morti. Ventisette i dispersi.Il dato ufficiale fornito dalle autorità parla ancora di 43 vittime ed è probabile aumenti nella zona più colpita della contea di Kerr. Sempre le autorità sabato in una conferenza stampa hanno dichiarato che 15 delle vittime erano bambini. Il governatore Greg Abbott ha promesso che le squadre avrebbero lavorato 24 ore su 24 per soccorrere e recuperare le vittime. Ancora da ufficializzare il numero delle persone disperse, a parte 27 bambine che si trovavano in un campo estivo femminile.