La notizia è dei giorni scorsi: il tentativo, per la verità piuttosto maldestro, di truccare il concorso per entrare in magistratura. In sostanza, il giovane candidato - essendo gli elaborati da valutare in teoria anonimi – aveva invece reso il suo riconoscibile con un segno, di cui era informato uno dei commissari: quest’ultimo poteva così, in fase di valutazione, eventualmente favorire il candidato in questione. Secondo quanto raccontato da Francesco Lo Voi, procuratore capo di Roma, a un convegno della Corte dei Conti, nell’indagine sono stati iscritte due persone: un professore universitario che rivestiva per l’appunto il ruolo di commissario dell’ultimo concorso in magistratura e uno dei candidati. In sostanza, sono stati scoperti a causa di un errore marchiano: il messaggio con il segno identificativo è stato trasmesso sul telefono di un altro commissario, il quale ha poi denunciato quanto avvenuto. Per i due è scattata la richiesta di giudizio immediato da parte dei pm della capitale. E proprio a proposito dei concorsi per entrare in magistratura, se n’è occupato anche “Il Sistema”, il libro scritto da Alessandro Sallusti, direttore di Libero, intervistando Luca Palamara, magistrato, presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati dal 2008 al 2012, poi membro togato del Csm dal 2014 al 2018, e radiato dall’ordine giudiziario nell’ottobre 2020 a seguito di un’indagine sul suo ruolo di mediatore all’interno del sistema delle correnti della magistratura. Un volume che ha suscitato clamore, scoperchiando lotte intestine e alleanza para-politiche all’interno della magistratura stessa. Nel passaggio che pubblichiamo di seguito, dunque, Palamara spiega a Sallusti come proprio “il sistema” si preoccupi di occupare il potere fin dai concorsi per mezzo dei quali gli aspiranti giudici entrano in magistratura. In modo da formare una sorta di “vivaio”, che viene anch’esso indirizzato dalle diverse correnti.
«È utile sapere alcune cose»
Quali?
«Come il “Sistema” occupa il potere. Non ci crederà, male correnti sono come una squadra di calcio: serve un buon vivaio, senza il quale non si va da nessuna parte. Non per nulla c’è la corsa, e non solo per il gettone economico, a fare il commissario dei concorsi per magistrati. A decidere è la terza commissione del Csm, cioè un organo lottizzato dalle correnti che a sua volta lottizza i commissari, e di questo sulla mia chat c’è ampia documentazione. Ciò serve, non solo ma anche, a garantire le raccomandazioni: basti pensare che con questo meccanismo nella mia consiliatura due figli di componenti del Csm sono diventati magistrati».
Raccomandazioni?
«Io ho soddisfatto tante richieste in tal senso e soprattutto sono stato contattato più volte da magistrati, anche autorevoli, che chiedevano raccomandazioni per gli esami orali dei figli».
Bella partenza per un neomagistrato.
«Appunto, tutto il mondo è paese e la magistratura non sfugge alla regola. Ma il bello viene dopo»
Dopo quando?
«L’obiettivo del “Sistema” è accaparrarsi il neomagistrato. Come? Facendolo iscrivere il prima possibile alla propria corrente. Funziona così: quando entri in servizio vieni affiancato per un certo periodo a un magistrato anziano e “chi va con chi” lo decide una commissione apposita in base ai rapporti di forza delle correnti. Se entrano in sessanta, trenta andranno a fare tirocinio da un anziano di Unicost, venti da uno di Magistratura democratica, dieci da uno di Magistratura indipendente. E’ ovvio che, nel calcolo delle probabilità, questi ragazzi si iscriveranno alla corrente del loro tutor, soprattutto se questo spingerà in tal senso. È la linfa per alimentare il “Sistema” delle correnti, che anche per questo si battono per mettere uomini propri nelle procure più importanti e popolose, come Milano, Roma, Napoli, Palermo e Catania. E così sarà a ogni passaggio della vita professionale, sempre che tu voglia fare carriera».