Prima vennero a prendere Roald Dahl, e fui contento, perché il suo Willy Wonka era un tripudio di body shaming. Poi vennero a prendere Antoine de Saint-Exupéry, e stetti zitto, perché il suo Piccolo principe mi stava antipatico. Poi vennero a prendere I ragazzi della via Pàl, e fui sollevato, perché erano fastidiosi. Poi vennero a prendere Edmondo De Amicis e io non dissi niente, perché non avevo a cuore Bottini, Garrone e Franti. Un giorno vennero a prendere me, e non c’era rimasto nessuno a leggere. Tutto viene cancellato, tutto viene riscritto. Il principio diventa l’editoria per bambini e ragazzi. Il muro di gomma che erge la sua parete davanti ai lettori più giovani è un blob avvolgente. Nei sotterranei de LaFeltrinelli, di Piazza Duomo a Milano, girovagando nell’arcipelago kids il primo incontro avviene con Tutte le famiglie del mio paese. Bastano solo 13,00€ (e un generoso 5% di sconto con CartaEffe) per mettere nella propria borsa la storia del paesino di Aria. Qui ci sono solo nove case dove Giulia «non ha mai conosciuto la mamma e vive con due papà».
Mentre la protagonista vive, par condicio, «con le mie due mamme». 40 pagine per i bambini dai 5 anni. L’età, del resto, è solo un numero. Ma solo quando sei acquirente. Il libro delle famiglie, invece, ci ammonisce fin da subito: «Ogni famiglia è casa. Ogni famiglia è amore». Qui di euro ne servono 15 per poter leggere ai nostri nipoti che «una famiglia è una famiglia. Sempre». Ma è la copertina il pezzo forte. Tra infanti e adulti alla sinistra un uomo è intento a sventolare la bandiera arcobaleno intersex-inclusive pride flag. Ok, il libro è giusto per i quattrenni. Lo sappiamo sono le donne a essere lettrici più accanite, fin dalla giovane età - l’Istat nel 2019 indica come lettrici 44 donne su 100, mentre gli uomini sono fermi al 35,5% - e qui nel reparto delle wannabe Michela Murgia abbiamo l’imbarazzo della scelta. Alza la testa. La resistenza narrata ai bambini, non sia mai che il 25 aprile passi in sordina. Meglio prepararci con anticipo. Luce, la protagonista, è la staffetta modello. E anche se è nata il 30 ottobre 1922, due giorni in ritardo per la Marcia su Roma (la perdoniamo comunque), ha già la partigianeria nel sangue.
Tutte le ragazze avanti! è quello che serve per parlare di «consapevolezza del femminismo, di scuola e giustizia ambientale, di fatshame e body positivity, di diritti fragili». Non sappiamo se le argomentazioni sono un sacco belle, ma come Verdone rispondiamo «in che senso?». Donna baffuta è sempre piaciuta e andiamo, allora, con Donne coi baffi (finti). Storie di eroine ribelli vestite da maschio. «Oggi come un tempo, in molte non hanno esitato di fronte all’unico paradossale modo di essere libere... fingersi uomini!». Ormai fingere non serve più, perché è scoccata l’ora dove tutto diventa vero come la finzione. Prima di lasciarci, anzi lasciare Feltrinelli, un ultimo saluto da Concita De Gregorio. Il suo Lettera a una ragazza del futuro, è una missiva scritta «alla sé stessa del passato e alle ragazze che diventeranno donne». Alla stazione Termini di Roma, negli scaffali della libreria Borri Books ci imbattiamo ne La piccola principessa di Julia Pietri. «Il libro che ogni mamma vorrebbe dedicare alla propria bambina». Qui la nostra paladina viaggia verso otto pianeti dominati da otto donne: Simone Veil, Rosa Parks, Janis Joplin, Malala Yousafzai, Helen O’Connell, Margherita Hack, Chimamanda NgoziAdichie e Greta Thunberg. L’autrice, a questo punto, ci esorta chiedendoci qualche astro vogliamo visitare.
Chiusa l’esperienza delle librerie fisiche, ci rifugiamo nella fibra di internet. Googlando arriviamo alla terra promessa, direttamente sul colosso fondato da Jeff Bezos, dei «bestseller in libri su LGBT per bambini». La classifica è densa, partiamo subito dal podio, dove Franco Cosimo Panini - non solo di figurine si vive - al secondo posto piazza l’edizione illustrata del volume Così come sono. L’autrice, Hélène Druvert, consegna ai nostri figli 32 pagine, con tavole e disegni, per comprendere l’importanza «di crescere nella bellezza e nel rispetto delle sfaccettature che la vita propone». Quindi? «Si capirà che è del tutto naturale che i bambini possano amare i fiori e che le bambine possano sognare di diventare astronauta o pilota». Sospiro di sollievo, ma il colpo di scena è dietro l’angolo. In fondo, che problema c’è nel «sentirsi una ragazza nel corpo di un ragazzo e viceversa». Uno solo: il testo è dedicato agli infanti di 5 anni.
INTERNET
Scorri che ti scorri, dopo aver superato agevolmente la versione per lui e per lei de Il primo libro dell’intimità dove tra falli e vagine l’accento viene posto su «l’erezione del pene» e sulle «mestruazioni e la gravidanza», al 48esimo posto della speciale classifica dedicata ai libri LGBT per bambini troviamo un’altra produzione Panini: Julián è una sirena. «Un giorno, mentre è in metropolitana con la nonna, Julián rimane affascinato da tre donne vestite in modo spettacolare». Le illustrazioni, mostrano capelli “ondeggianti” e abiti che “finiscono in lunghe code da sirena”. Il bambino tornato a casa non può fare altro che pensare alla «magia che ha appena visto«. Anche lui, come suggerisce il titolo, vuole essere una sirena. Età di lettura? Quattro anni. Il momento giusto per intraprendere i primi, decisi e consapevoli, passi verso una sfavillante carriera da drag queen. Forse per decifrare questi scrittori che si affannano a illustrare il contorto alle generazioni di domani, bisogna richiamare Il piccolo principe. «Gli adulti da soli non capiscono niente, ed è stancante per i bambini dover sempre spiegare tutto». Fallo comprendere, se sei bravo caro Exupéry, ai saccenti di oggi.