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Giorgetti, il piano "due figli e zero tasse": come funziona nel dettaglio

di Sandro Iacometti giovedì 20 aprile 2023

Giancarlo Giorgetti

3' di lettura

Tagliare le tasse a chi fa figli? Nell’anticipare la proposta allo studio del governo, il Foglio l’ha definita senza esitazione «un’idea clamorosa». Dove di clamoroso ci sono più che altro i contenuti. Perché il pallino delle misure per rilanciare la natalità Giorgia Meloni lo ha manifestato con una certa insistenza fin da quando ha messo piede a Palazzo Chigi. Non è un caso che lo scorso anno circa 1,5 miliardi di una legge di bilancio dove non c’erano davvero risorse da sperperare siano stati destinati, tra le altre cose, alla maggiorazione dell’assegno unico universale per i figli, al rafforzamento del congedo parentale e all’abbattimento dell’Iva sui beni per l’infanzia. «La crescita demografica è una priorità», ha poi scandito il premier durante la conferenza stampa di fine anno. Concetto ribadito in occasione dell’approvazione della delega fiscale e, un paio di giorni fa, al Salone del mobile di Milano. Annunci, tra l’altro, resi ancora più rilevanti dalla certificazione Istat, giunta un paio di settimane fa, che nel 2022 la natalità ha toccato il suo minimo storico, con meno di 400mila neonati.

DETERMINAZIONE - L’intenzione e la determinazione, insomma, sono chiare. Un po’ meno i modi per mettere in atto i buoni propositi. Secondo le indiscrezioni del Foglio l’ipotesi a cui sta lavorando il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, prevede «un bonus famiglie modello 110%», che si concretizzerebbe nel non far pagare le tasse ai nuclei familiari composti da almeno due figli. Tutte o una parte non si sa. Ma il meccanismo, a sentire il quotidiano, sarebbe già incardinato.

Convinzione forse un po’ prematura, anche se la raffica di dichiarazioni scatenate dall’articolo del Foglio dimostra che sicuramente nella pentola qualcosa che bolle c’è. A stretto giro è spuntato il sottosegretario alle Imprese e il Made in Italy Massimo Bitonci (anche lui leghista), che oltre a definire «assolutamente condivisibile» la proposta di Giorgetti entra pure nel dettaglio. Per ridurre la tassazione «alle famiglie con uno o più figlie», ha detto, «si dovrebbe reintrodurre una detrazione di 10.000 € all'anno per ogni figlio a carico fino al termine del corso di studi anche universitari, e per tutti i nuclei familiari senza limitazioni di reddito».

Bitonci l’ha buttata lì, come se nulla fosse. Ma la quantificazione del beneficio per le casse dello Stato è dirompente. Oggi la detrazione Irpef massima per un figlio fino a 21 anni è di 950 euro e lo sconto si azzera sopra i 95mila euro di reddito. Considerando una platea potenziale di bambini di circa 10 milioni, per tagliare 10mila euro di balzelli per ogni figlio servirebbe qualcosa come 100 miliardi. Per di più aggiuntivi ai circa 11 (si può arrivare fino a 18) già spesi per l’assegno unico, visto che secondo Bitonci, non bisogna «abbandonare l’innovativa misura» introdotta dal governo Draghi. «Si otterrebbe così», ha spiegato, «una doppia incentivazione e contrasto alla denatalità».

Misura troppo costosa? A prima vista sì. Ma i conti, ha spiegato il viceministro all’Economia, Maurizio Leo, che non ha smentito l’intenzione di procedere su questa strada, si faranno in autunno. «Vedremo», ha detto, «le risorse dovranno essere individuate con la Nota di aggiornamento al Def». Quello che esce fuori «verrà messo al servizio di interventi di riforma fiscale, tra cui anche la natalità che, come è scritto nel Def, è una priorità».

FINANZA PUBBLICA - In altre parole, tutto dipende dai saldi di finanza pubblica. La voglia di tagliare le tasse delle famiglie, però, c’è. Soprattutto dalle parti della Lega. Anche il presidente della commissione Finanze del Senato, Massimo Garavaglia si dice entusiasta della proposta di Giorgetti, specificando però che la sforbiciata dovrebbe «favorire i nuclei più numerosi». E lo stesso fanno i deputati leghisti Alberto Bagnai, Laura Cavandoli, Giulio Centemero e Alberto Gusmeroli: «Bene il taglio consistente alle imposte sul reddito per sostenere i nuclei familiari e invertire la rotta dell’inverno demografico». Per carità, alla fine non si tratterà di 10mila euro e non riguarderà proprio tutti. Magari si introdurrano limiti di reddito o, come dice Garavaglia, si premieranno i nuclei più numerosi. Ma il principio sembra chiaro: una parte consistente delle risorse che verranno recuperate per la delega fiscale sarà destinata alle famiglie. Quelle che i figli ce li hanno già e quelle che, si spera, li faranno. Con buona pace della sinistra. Secondo Laura Boldrini meglio dare lavoro e salari adeguati. Sia mai che si taglino le tasse.

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