Agli eco-vandali di Ultima generazione imbrattare monumenti e bloccare strade non basta più. Il prossimo passo sarà quello di costituirsi in partito politico. La voce che nei corridoi della politica gira da un po’ di tempo, sembra aver trovato conferma nella girandola di presentazioni che i giovani eco-vandali hanno messo in piedi in mezza Italia. Si parte venerdì da Milano, Torino e Firenze, per poi proseguire il giorno successivo a Roma. Poi una giusta pausa per santificare il ponte dell’1 maggio ed ecco che il 2 si va a Occhieppo Superiore in provincia di Biella; il 3 si torna a Firenze e poi via a Venezia. La carovana eco-vandala il 5 maggio arriva a Verona e il 7 è a Salerno. Ma immaginiamo che questa sia solo la prima infornata di presentazioni pubbliche del movimento che fin qui ha avuto il grande merito di far allontanare dalla causa ambientalista un sacco di gente.
CHI PAGA?
A cosa servono queste serate? Ufficialmente a presentare il movimento e ad aprire “sezioni” un po’ in giro per l’Italia. E questo non certo solo per fare qualche blitz cretino contro un monumento o un’opera d’arte. Il piano è quello di riuscire a soppiantare l’attuale movimento dei Verdi, che alle ultime politiche è stato un flop e che alle elezioni amministrative ha fatto pure peggio. Parliamo ovviamente dell’alleanza tra Bonelli e Fratoianni. Sì ma, direte voi, per fare un partito servono i soldi e l’organizzazione. Come si fa? Sul secondo punto, come appena detto, gli attivisti si stanno muovendo per ingrossare le truppe. Sul primo, quello delle risorse economiche, non ci saranno grandi problemi, visto che sono in molti, in Italia e nel mondo, ad aprire con gioia i cordoni delle borse per finanziare queste “imprese”.
Qui da noi, per esempio, uno che potrebbe sganciare qualche assegno è l’ingegner Carlo De Benedetti. Del resto è stato proprio lui il primo, subito dopo l’imbrattamento della facciata del Senato, a difendere i teppisti e dalle pagine del suo quotidiano “Domani” a lanciare l’idea che questi ragazzi si raccogliessero in un partito poco ideologico e molto d’azione, con un leader carismatico che il giornale di De Benedetti aveva individuato in Chiara Ferragni o comunque un personaggio simile capace di attirare l’attenzione sui social. Non ci stupiremmo dunque se De Benedetti e parte dell’intellighenzia di sinistra decidesse di foraggiare un movimento politico del genere. Certo l’appoggio dell’ingegnere potrebbe suonare un po’ come il bacio della morte per l’ambizione di questi ragazzi, visto che l’ultima volta che si era espresso a favore di qualcuno era stato per elogiare le Sardine di Mattia Santori. E sappiamo come è andata a finire...
La rete di Ultima generazione, però, non si limita all’Italia. Gli eco-vandali nostrani, infatti, fanno parte di una rete internazionale denominata A22 che, citiamo testualmente dal loro sito internet, «è un gruppo di progetti interconnessi impegnati in una folle corsa: provare a salvare l’umanità». Roba che i Maja, a gente così, gli avrebbero spicciato casa. Bene questi progetti di A22 - quindi anche le eco-scemenze di Ultima generazione - vengono finanziati in minima parte dall’autofinanziamento.
I GRANDI MAGNATI
Il grosso del malloppo arriva dal Climate Emergency Fund, un fondo messo in piedi dal braccio destro di Bill Gates, Trevor Neilson; da Aileen Getty, figlia del petroliere John Paul (una storia che ricorda molto da vicino la “Verde” Milly Moratti, moglie del petroliere Massimo) e da Rory Kennedy, figlia di Bob e nipote di Jfk. Tornando agli “eroi di casa nostra”, non vorremmo essere cattivi profeti, ma a giudicare dai commenti che girano sulle loro pagine social, zeppe di insulti di ogni ordine e grado che vi risparmiamo volentieri, l’impressione è che il partito di Ultima generazione potrebbe riuscire nell’impresa ardua di prendere meno voti di Impegno Civico di Luigi Di Maio (0,62%). Un’impresa comunque più alla loro portata rispetto a quella di «salvare l’umanità».