Arriva l’Assegno di inclusione. È questo lo strumento che, dal primo gennaio 2024, entrerà in vigore in luogo del reddito di cittadinanza. È questo uno dei punti qualificanti del “decreto lavoro”, la cui bozza è circolata ieri, che sarà sul tavolo del Consiglio dei ministri di lunedì. Si tratta di una misura finalizzata a contrastare la povertà, la fragilità e l’esclusione sociale delle fasce deboli. Potranno accedere le famiglie con componenti disabili, minori o over 60 e potrà ammontare fino a 500 euro al mese, moltiplicati sulla scala di equivalenza. Ci sono alcuni requisiti, che consentono di beneficiare dello strumento. Risiedere in Italia da almeno 5 anni, e in modo continuativo negli ultimi due. Poi l’Isee familiare non deve superare i 9.369 euro, e il reddito familiare inferiore a 6 mila euro annui. L’Assegno sarà erogato per un periodo continuativo non superiore ai 18 mesi e può essere rinnovato, dopo un mese di sospensione, per ulteriori dodici mesi. Per quanti commettano frode sui requisiti, utilizzando «documenti falsi o attestanti cose non vere, ovvero omette informazioni dovute», scatta la reclusione «da due a sei anni».
IL SOSTEGNO
Stando alla bozza del provvedimento, inoltre, il governo potrebbe introdurre anche uno Strumento di Attivazione, cui potranno accedere persone occupabili tra i 18 e i 60 anni, che non siano diversamente abili, impegnati in attività di cura o che non versino in condizioni di povertà. Questa misura ammonterà a 350 euro al mese, che saranno concesse per 12 mesi, però, a condizione di partecipare ad attività formative o a progetti utili per la collettività (tra queste anche il servizio civile universale). Ci sono poi altri temi affrontati dal decreto. A partire dalla disciplina degli sgravi. Per quei datori di lavoro privati che assumano i percettori dell’Assegno di inclusione, «con contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato, pieno o parziale, o anche mediante contratto di apprendistato, è riconosciuto, per un periodo massimo di dodici mesi, l’esonero dal versamento del 100% dei complessivi contributi previdenziali a carico dei datori di lavoro, con esclusione dei premi e contributi dall’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro, nel limite di importo pari a 8mila euro su base annua».
Incentivi, poi, sono previsti per chi darà lavoro agli under 30 Neet, ossia giovani che non studiano, non lavorano e non fanno apprendistato, e che siano iscritti nel Programma nazionale «Iniziativa Occupazione Giovani».
Per quelle imprese che li assumeranno, dal 1 giugno fino alla fine di quest’anno, è dunque sancito un «incentivo per un periodo di 12 mesi, nella misura del 60% della retribuzione mensile lorda imponibile ai fini previdenziali». Altro tema affrontato, poi, è l’aiuto economico ai familiari degli studenti deceduti nelle attività di formazione. A questo scopo viene stanziato un fondo di 10 milioni di euro. Un articolo, inoltre, è dedicato al “rafforzamento delle regole di sicurezza sul lavoro e di tutela contro gli infortuni” e all’“aggiornamento del sistema di controlli ispettivi”. Queste, dunque, alcune delle novità qualificanti, in una bozza che è ancora un cantiere aperto. Nelle prossime ore, infatti, sono previste ulteriori integrazioni al decreto. Tra gli argomenti, l’atteso, taglio al cuneo fiscale (dopo quello già introdotto nella scorsa manovra economica), un intervento sui “fringe benefit”, incentivi per l’assunzione di disabili.