Le polemiche saranno anche il sale della democrazia, ma quando oltre a essere aspre sono anche stupide, varrebbe la pena di spegnerle. Tuttavia, questo non succede. Ci riferiamo alle lottizzazioni, occupazioni della parte politica vincente dei posti di potere. Un’arte di cui furono maestri i democristiani che, prevalendo nelle elezioni nazionali, sistematicamente mettevano uomini di loro fiducia nei posti nevralgici di vari enti importanti, tra cui la Rai dove lo Scudo crociato ha dominato per decenni. Poi Berlusconi, essendo diventato presidente del Consiglio, fece il famoso editto televisivo teso a eliminare dai vertici personaggi a lui vistosamente ostili. Apriti cielo. Silvio fu attaccato quasi fosse il mitico bandito Giuliano. Lo accusarono di voler controllare tutta l’informazione.
Poi fu la volta della sinistra che, avendo conquistato la maggioranza, collocò i propri fedelissimi sulle poltrone più importanti del Paese, incluse quelle di mamma Rai. Per anni e anni i progressisti sono stati padroni assoluti delle emittenti statali, costringendo gli abbonati a sorbirsi i comizi dei compagni la cui presunzione culturale è notoriamente imbarazzante al punto da piegare la realtà secondo i loro pregiudizi. Per lungo tempo nessuno ha protestato in modo veemente cosicché il popolo ha dovuto bersi predicozzi indigesti spacciati per notiziari. Adesso si dà il caso che alle urne abbiano svettato Fdi e i suoi alleati, pertanto tocca a Giorgia Meloni menare il torrone. Queste sono le norme consolidate secondo le quali il più forte comanda e naturalmente l’opposizione si incavola, protesta, accusa.
Ieri il Fatto Quotidiano, per la penna del suo egregio direttore, ha gridato allo scandalo perché la destra ha preso in mano il pallino e cerca di piegare i programmi del piccolo schermo a proprio favore. Capisco l’irritazione di Marco Travaglio, ma trovo ingenuo il suo stupore, immaginando che egli sappia perfettamente quali siano sempre state le regole del gioco sporco che sopravvivono. È del tutto normale e aderente alla tradizione ciò che sta succedendo, ossia che la distribuzione delle carte spetti al centrodestra e non al Pd e al M5S. D’altronde, che i cervelli di viale Mazzini uscenti non siano dei geni è evidente. Quelli che subentreranno non potranno di sicuro essere peggiori. La dimostrazione della attuale pochezza della Rai e dei suoi sottoprodotti si è avuta anche ieri, quando per ore e ore hanno mandato in onda la buffonata della incoronazione del nuovo re. Qualcosa di disgustoso che andava commentata in chiave critica, invece è stata trattata come un evento epocale. A noi cittadini dire Carlo e delle sue fanfare ottocentesche non importa nulla.