Maurizio Landini sperava fosse più semplice. Dopo le tre giornate di mobilitazione in cui ha sparato a pallettoni contro il governo, accusandolo di essere sordo alle richieste lavoratori e gente che soffre, il leader della Cgil si aspettava una sorta di plotone di esecuzione. Cosa che gli avrebbe permesso di mandare tutti a quel paese e di intestarsi, nel giorno della disfatta delle opposizioni, la rappresentanza del Paese reale, stufo di chiacchiere e prese in giro. E invece Giorgia Meloni, coadiuvata da una folta squadriglia di ministri competenti su ogni singolo punto affrontato, ha iniziato a squadernare piani di lavoro concreti, tavoli condivisi, osservatori permanenti, linee di azione, elenchi delle priorità, investimenti.
A fare la sintesi ci ha pensato, al termine del vertice a Palazzo Chigi, il leader della Cisl, Luigi Sbarra. «Il governo», ha spiegato, «ci ha comunicato che incardinerà un percorso di dialogo con tavoli tematici su pensioni, politica dei redditi, salute e sicurezza, sanità, occupazione, accelerazione degli investimenti». Ma non è tutto. «Circa le necessità di costruire un Patto anti-inflazione», ha proseguito, «la premier ha annunciato di voler istituire un Osservatorio partecipato da sindacati e imprese per monitorare l'andamento del caro vita, calmierare i prezzi, contrastare la speculazione, salvaguardare i salari». Inevitabile il passo successivo. «L’interlocuzione riparte», ha detto Sbarra senza esitazione dopo aver definito l’incontro «molto importante».
Decisione, seppur con meno entusiasmo, condivisa anche da Pierpaolo Bombardieri. Il leader sindacale ha tenuto a sottolineare che «nel merito non si è discusso», ma subito dopo ha aggiunto che la Uil «ha dato disponibilità ad avviare un confronto strutturato». Stessa musica per Ugl e per la Confsal, con Angelo Raffaele Margiotta che ha «apprezzato la volontà di proseguire sulla strada del confronto». Un bel guaio per Landini, finito in un batter d’occhio all’angolo, senza altra possibilità che provare a tenere il piede in due staffe. Prima ha rivendicato il potere della mobilitazione sindacale, che a suo dire avrebbe piegato il governo.
Poi ha ribadito che «il giudizio nel merito non è positivo e che le risposte non ci sono state», inserendo nell’elenco anche l’autonomia, su cui per la Cgil non può esserci trattativa, ma solo un passo indietro dell’esecutivo («deve essere tolta dal tavolo»). Ergo, «bisogna proseguire la mobilitazione». A partire da quella già decisa per il 24 giugno. Alla fine, però, ha precisato che lui ai tavoli ci andrà. Ma deciderà «tutto quello che è necessario, senza escludere alcuna iniziativa di mobilitazione, sulla base dei confronti». Insomma, a prendere in giro i lavoratori sarà ancora una volta lui. Perché, come ha detto Sbarra, annunciando che la Cisl resta «inchiodata» alla trattativa, «non si può stare con un piede ai tavoli e con l’altro in piazza».
RESPONSABILITÀ
La Meloni, ovviamente, non ha sfoderato il libro dei sogni. Si è impegnata ad affrontare il nodo pensioni, evitando «l’esplosione di una bomba sociale nei prossimi decenni». Ha annunciato che nella delega fiscale saranno abbassate le tasse, sarà «ampliato sensibilmente lo scaglione più basso» e saranno introdotte detassazioni «per i lavoratori a cui nasca un figlio». Terreno questo su cui si è registrata una convergenza tra governo e Abi sulla necessità di «attivare fin da subito i provvedimenti fiscali e le semplificazioni che più direttamente influenzano le imprese».
Previsti, infine, incentivi per «l’occupazione a tempo indeterminato, soprattutto nell’ambito dell’occupazione femminile». Ma in chiusura il premier ha richiamato tutti alla «responsabilità», precisando che quando «ci si mette al tavolo bisogna scegliere le priorità con le risorse di cui si dispone». E mettendo insieme tutte le richieste dei sindacati «si arriva a decine di miliardi». Di qui l’offerta: «Vogliamo fare insieme queste scelte?». La domanda, ora, è: come glielo spiega Landini ai suoi?
Il bilancio delle devastanti inondazioni causate dalla tempesta che ha colpito il Texas centrale sale ad almeno 51 morti. Ventisette i dispersi.Il dato ufficiale fornito dalle autorità parla ancora di 43 vittime ed è probabile aumenti nella zona più colpita della contea di Kerr. Sempre le autorità sabato in una conferenza stampa hanno dichiarato che 15 delle vittime erano bambini. Il governatore Greg Abbott ha promesso che le squadre avrebbero lavorato 24 ore su 24 per soccorrere e recuperare le vittime. Ancora da ufficializzare il numero delle persone disperse, a parte 27 bambine che si trovavano in un campo estivo femminile.