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Corte dei Conti, Sallusti: non si poteva lasciare il Pnrr in mano ai giudici

di Alessandro Sallusti sabato 3 giugno 2023

2' di lettura

La storia è complicata e pure noiosa, riguarda il braccio di ferro tra il Governo e la Corte dei conti sul controllo dell’utilizzo dei fondi del Pnrr arrivati e in arrivo dall’Europa. In sintesi: l’Italia ha urgenza di spendere quei soldi avviandole opere pubbliche programmate, la Corte, organo predisposto alla verifica della spesa pubblica, procede con i suoi tempi ordinari rallentando non di poco l’avanzamento del piano tanto che il governo sta cercando una via per accelerare le operazioni. 

Apriti cielo: questi - tuonano dall’opposizione - vogliono sottrarsi ai controlli e favorire l’illegalità. La realtà è ben diversa: il governo vuole semplicemente sottrarre il paese dal giogo malefico della burocrazia che si ostina a non cambiare passo e mentalità neppure di fronte a una emergenza nazionale quale è l’utilizzo spedito di quei soldi che se non spesi entro un certo termine sono persi.

È un po’ come se allo scatenarsi dell’alluvione in Emilia lo Stato avesse istituito posti di blocco per controllare una per una l’identità e l’idoneità di volontari e soccorritori; è come se allo scoppiare di un incendio i pompieri dovessero aspettare l’autorizzazione scritta del magistrato per abbattere la porta e salvare gli inquilini. C’è un precedente. Siamo nel 2015, l’Expo di Milano rischia di non aprire perché il commissario Beppe Sala è assediato e paralizzato dalle inchieste a raffica della Procura di Milano. Solo una tregua concordata tra l’allora premier Matteo Renzi e il procuratore Bruti Liberati permette in extremis di inaugurare la rassegna che rilancerà Milano e l’Italia nel mondo. 

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Ecco, credo che il governo Meloni stia chiedendo una cosa simile: vogliamo salvare l’Italia o l’autonomia formale di giudici amministrativi che si stanno comportando da Azzecca-garbugli per giustificare la propria esistenza in vita? Tutto qui, che se poi qualcuno dovesse rubare o fare il furbo mi auguro che la magistratura ordinaria faccia il suo corso senza sconti ne ritardi.

P.s.: immaginatevi dove sarebbe l’Italia oggi se il piano Marshall che nel 1947 ci permise di ricostruire la nazione fosse stato affidato a Corti e Procure invece che a politici lungimiranti. Ecco, più o meno saremmo ancora a spalare macerie.

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