Quanto sono lontani i tempi di “Giuseppi”, quando Conte, da premier italiano, era il miglior alleato degli Stati Uniti nei G7. Oggi, in piena linea Grillo e soprattutto in piena linea Travaglio, il leader del Movimento 5 Stelle è diventato il principale riferimento politico dei filo-russi in Italia. Ufficialmente, tutti loro si dicono pacifisti e per questo contrari all'invio di armi all'Ucraina per proseguire ad oltranza questa sciagurata guerra, ufficiosamente hanno solo voglia di intercettare una (piuttosto numerosa, va detto) categoria elettorale che non comprende i motivi per cui l'Italia debba rischiare di entrare in rotta di collisione con la Russia pur di prendere le parti dell'Ucraina.
I russi, a cui un crollo del sostegno militare occidentale a Kiev non dispiacerebbe per ovvie ragioni, di Conte si stanno pian piano innamorando.
La manifestazione contro la precarietà, organizzata l'altro ieri dai Cinque Stelle, si è trasformata in qualcosa di ben diverso, una passerella di profili anti-Nato, anti-atlantisti e in molti casi, per estensione, filo-russi. Così, le agenzie vicine al Cremlino non hanno potuto far a meno di plaudire: «Manifestazione antigovernativa a Roma. I partecipanti hanno criticato la politica dell’Occidente nei confronti della Russia, sottolineando che il conflitto in Ucraina ha provocato l'espansione della Nato», ha scritto Ria Novosti sul proprio canale Telegram; «Si è svolta a Roma la prima manifestazione antigovernativa di massa che chiedeva la pace. A organizzarla è stato l'ex presidente del Consiglio e leader del Movimento 5 Stelle all'opposizione, Giuseppe Conte. Il corteo è partito da Piazza della Repubblica e si è concluso sul Viale dei Fori Imperiali. Secondo gli organizzatori, all'azione hanno preso parte fino a 20.000 persone», ha fatto eco la Tass.
MONI & MONATE
A dare un tono piuttosto chiaro all'evento, a cui ha partecipato anche il segretario del Pd Elly Schlein (caduta in un trappolone che le sta creando non pochi problemi nel partito) gli interventi di Grillo («bisogna fare le brigate di cittadinanza, mascheratevi col passamontagna e di nascosto andate a fare i lavoretti, sistemate i marciapiedi le aiuole, i tombini, senza dare nell'occhio»), Moni Ovadia («Molti esponenti della politica americana avevano avvertito che l’espansione della Nato sarebbe stata una catastrofe epocale... eccola la catastrofe, ci vogliono trascinare tutti in una guerra, per cosa? Perché gli Usa riaffermino la loro supremazia mondiale. Questa catastrofe sta distruggendo l’Europa, serva degli Stati Uniti, non si è alzata una voce contro quello che sta succedendo. Loro vogliono distruggere la federazione Russa e frammentarla in tante piccole repubbliche per poi concentrarsi sulla Cina [...] Basta, alziamo la voce, rifiutiamoci in tutti i modi, non facciamoci intimidire da quattro buffoni che ti danno del putiniano solo perché rifiuti le loro menzogne. Torniamo nelle piazze») e lo stesso Conte, che ormai col pacifismo non c'entra più nulla e si è apertamente piazzato contro gli “ex amici”: Washington e Bruxelles, i "ventriloqui" della Meloni. «Ce lo dovevi dire che la formula giusta è “siamo proni” alle indicazioni di Washington e di Bruxelles, a questa furia bellicista», ha urlato davanti alla piazza, rivolgendosi al Presidente del consiglio.
STRATEGIA ELETTORALE
Un banale opportunismo politico che nasce dalla strategia adottata già in campagna elettorale, quella di garantirsi la sopravvivenza politica (insieme a quella dei pentastellati) pigiando sull'acceleratore del «no Nato, no armi a Kiev». Il problema è che, senza elementi davvero politici a sostengo di questa posizione, col passare dei mesi Conte ha magnetizzato un pubblico composto da impresentabili, confusi e odiatori di professione senza il senso della politica né tanto meno della diplomazia. Così è diventato schiavo del suo stesso, famelico target e ora è condannato a dover strillare ogni volta qualcosa di più tranciante rispetto a quella precedente. Mosca gradisce.
Il bilancio delle devastanti inondazioni causate dalla tempesta che ha colpito il Texas centrale sale ad almeno 51 morti. Ventisette i dispersi.Il dato ufficiale fornito dalle autorità parla ancora di 43 vittime ed è probabile aumenti nella zona più colpita della contea di Kerr. Sempre le autorità sabato in una conferenza stampa hanno dichiarato che 15 delle vittime erano bambini. Il governatore Greg Abbott ha promesso che le squadre avrebbero lavorato 24 ore su 24 per soccorrere e recuperare le vittime. Ancora da ufficializzare il numero delle persone disperse, a parte 27 bambine che si trovavano in un campo estivo femminile.