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Vittorio Feltri, sessismo: perché oggi la vera vittima è il maschio

di Vittorio Feltri giovedì 13 luglio 2023

3' di lettura

Ogni volta che la cronaca ci narra una di quelle brutte faccende che sono le violenze sessuali, presunte o accertate che siano, la propaganda neofemminista volta alla demolizione dell’uomo, tossico e colpevole a prescindere, acquista vigore. Ed in tv così come sui giornali divampa la criminalizzazione del genere maschile, che sembra composto da soggetti incapaci di tenere l’uccello nelle mutande e pronti ad approfittare di qualsiasi donna si presenti indifesa alla prima occasione.

Tuttavia, io credo che la realtà sia ben distante da questa rappresentazione viziata dalla cultura di sinistra che difende solo i maschi omosessuali, quelli etero vanno massacrati. Noi uomini non facciamo tutti schifo. E ritengo che non sia sufficiente, almeno in uno Stato di diritto, puntare il dito contro un individuo per farlo reo di qualsivoglia crimine. Quindi non vi strappate i capelli, non ci aggredite, non vi stracciate le vesti se affermiamo niente di più e niente di meno che un dato di fatto incontrovertibile: si è innocenti fino al terzo grado di giudizio.

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Eppure, nei casi di presunto stupro, si è colpevoli soltanto perché una donna si è dichiarata vittima. Cosa è questo se non sessismo, sebbene rovesciato rispetto a quello cui siamo abituati a pensare? Ebbene, se per la parità siamo, e lo siamo tutti, sarebbe ora che il genere femminile si assumesse le sue responsabilità e con questo non intendo sostenere che una ragazza la violenza sessuale se la vada a cercare o se la sia meritata, lungi da me l’esprimere un concetto tanto primitivo e mostruoso. Però converrete che, quantunque l’uso e l’abuso di alcol e droghe da parte della presunta vittima non costituiscano un’attenuante a carico del presunto autore del presunto delitto, bensì un’aggravante, in quanto lo stato di alterazione implica che il presunto reo abbia approfittato della condizione di debolezza altrui, è evidente che, se una ragazza si stordisce introducendo determinate sostanze, sarà più agevole che ella si ritrovi in situazioni quantomeno spiacevoli.

Questo ragionamento dovrebbe indurre le giovani a rispettare se stesse e ad essere le prime a salvaguardarsi, a proteggersi, a trattarsi con amore. La crescita e l’emancipazione passano per l’assunzione di responsabilità delle proprie azioni e della propria condotta. Nessuno può essere incriminato poiché si è messo in circostanze di pericolo, ci mancherebbe altro, però, conoscendo i rischi cui espone una certa condotta, è possibile evitare di divenire facili prede o di vivere contesti che, a mente fresca, risultano non piacevoli.

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Mi rifiuto di credere alla versione semplicistica e ipocrita che i maschi siano tutti porci e le femmine tutte sante, che i maschi siano tutti bugiardi e le femmine tutte sincere, che i maschi siano tutti furbi e le femmine tutte ingenue. Non perdiamo di vista il nostro faro. Ed esso è il diritto che ci impedisce, o almeno dovrebbe, di scadere in quell’isteria generale che ci porta sempre a giustiziare lui, in quanto lui, e a graziare lei, in quanto lei. Il diritto non distingue tra maschio e femmina, esiste la persona.

La nostra cultura giuridica dovrebbe inibire in noi quell’impulso primordiale a scagliarci contro chi ci viene presentato e dipinto come il mostro. Troppo spesso è accaduto, infatti, che questi si sia rivelato essere a posteriori il vero martire. Martire dei nostri pregiudizi. Un’ultima considerazione che prende spunto dalle recenti cronache. Il figlio di La Russa, presidente del Senato, è stato accusato da una ragazza di averla stuprata. Può darsi che sia vero, ma il reato va accertato e non solo sospettato su basi fragili. La fanciulla afferma di essere stata drogata. A me risulta che gli stupefacenti vengano assunti volontariamente. Io la cocaina non solo non l’ho provata, ma non l’ho mai neppure vista. Inoltre la fanciulla in persona si è recata a notte fonda in casa del suo presunto violentatore. Si è spogliata e nuda come un verme si è infilata nel letto del giovanotto. Cosa pensava di fare in quello stato: di recitare il rosario col suo amico? Io a certe stupidaggini non credo. 

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