Le donne come i panda: una specie da proteggere, da far vivere dentro una gabbia, lontano dagli sguardi concupiscenti degli uomini. Le spiagge di Marsiglia, un tempo simbolo di tranquillità e joie de vivre alla francese, sono cambiate molto negli ultimi vent’anni: è aumentata la criminalità e sono aumentate ancor di più le tensioni etniche, oltre che quelle religiose legate all’islam e in particolare all’uso provocatorio del burkini (il costume da bagno che lascia scoperto soltanto l’ovale del viso). E il Comune della città focea, guidato da una giunta di sinistra, ha optato per una soluzione radicale: il lancio dell’applicazione “Safer plage”, spiagge più sicure, per lottare contro le «violenze sessiste e sessuali». Dopo una sperimentazione nell’estate dello scorso anno, le zone “protette” per le donne saranno quest’anno quattro nuove spiagge – la Point-Rouge, Bonneveine, Catalans e Corbières. Ma come funzionerà il dispositivo?
UN CLICK
Grazie all’applicazione “Safer”, inizialmente concepita per il festival di musica elettronica Marsatac per lottare contro le aggressioni sessiste e sessuali negli ambienti festivi. Concretamente, se una donna venuta a prendere il sole in una di queste aree protette diventa “bersaglio” di un uomo insistente, basterà un click sull’app Safer per far scattare i soccorsi e le “brigate anti sessismo”. Sull’applicazione, come riportato dal Figaro, le donne importunate potranno scegliere tra tre gradi di allerta: livello 1, “sono infastidita”, livello 2 “sono molestata”, livello 3, “sono in pericolo”. La consigliera comunale di Marsiglia con delega ai Diritti delle donne, Nathalie Tessier, ha giustificato con queste parole l’iniziativa: «Più di una donna su tre dai 18 ai 34 anni è stata già vittima di molestie su una spiaggia. Più della metà delle intervistate affermano ora di avere paura di andare da sole in spiaggia: l’idea è far sì che a vergognarsi sia il molestatore». Sulla Provence, il quotidiano del sud-est francese, è apparsa la testimonianza di una donna che dice di non voler più andare in spiaggia se non in una zona protetta, dove è solo tra donne: «Ricevo molti sguardi insistenti, talvolta vengo seguita anche dentro l’acqua! Non mi sento più libera di andare da sola al mare».
Un problema che la giunta socialista-ecologista-femminista di Marsiglia è convinta di risolvere con l’applicazione “Safer plage” e le zone protette, dove gli uomini avranno d’ora in poi il terrore di recarsi. A supporto dell’applicazione, alcune associazioni femministe selezionate dal Comune avranno il ruolo di “sensibilizzare” gli autori di sguardi lubrichi odi commenti inopportuni. Le mediatrici, o meglio rieducatrici, saranno circa una quindicina nelle spiagge di Marsiglia coinvolte nell’iniziativa e saranno riconoscibili dalla loro maglietta firmata “Médiation – Safer plage”.
BRIGATA
«Una nuova brigata di giustiziere in tenuta da mare munite di superpoteri per lottare contro l’insicurezza», ha commentato Boulevard Voltaire. È chiaro che qualsiasi violenza deve essere perseguita e denunciata in qualsiasi modo, ma quando anche uno sguardo può suscitare la denuncia via app allora si entra in un terreno scivoloso. Secondo Stéphane Ravier, senatore delle Bocche-del-Rodano, il dipartimento di Marsiglia, in quota Reconquête (il partito della destra identitaria), non saranno un’applicazione e la creazione di zone protette a risolvere i veri problemi della città focea. «Non mi convince affatto questa sindaca di sinistra, che è wokista, ideologica e vede sessismo ovunque (...). L’assessore di Marsiglia ci informa che ci sono 1.300 download, ma poche segnalazioni», ha dichiarato Ravier a Boulevard Voltaire. Quest’ultimo non esista a denunciare «una certa categoria di marsigliesi», che impongono «un clima non molto sereno sulle spiagge della città, con narghilè, musica a tutto volume, canne e compagnia varia». «Le spiagge marsigliesi sono sempre meno marsigliesi», attacca il senatore zemmouriano, mettendo in luce la grande sostituzione etnico-identitaria che ha portato con sé parecchi problemi di convivenza con i valori occidentali di libertà. «C’è stato un tempo in cui le donne non erano importunate nelle spiagge marsigliesi», ha aggiunto Ravier, prima di concludere: «I marsigliesi hanno una spiaggia a portata di mano, ma preferiscono fare chilometri e chilometri per essere tranquilli. Perché la spiaggia è diventata un luogo di insicurezza in generale, non solo per le donne. I furti e le aggressioni nelle spiagge riguardano tutti».