Andrea Giambruno non è "il compagno del premier Meloni". Andrea Giambruno è un giornalista e come tale - come già fanno tanti suoi colleghi - è libero di dire quello che vuole. L’ultimo caso, ma solo di una lunga serie, è la replica al ministro tedesco Karl Lauterbach. L’uomo, nonostante si goda le sue vacanze nel Belpaese, non ha lesinato critiche sull’Italia: "L’ondata di caldo in Toscana è spettacolare. Se le cose continuano così, queste destinazioni di vacanza non avranno futuro. Un’era volge al termine". Da qui il suggerimento di mantenere le chiese aperte, "fresche come celle frigorifere", per consentire ai turisti come lui di trovare riparo dal troppo caldo.
Parole che non sono piaciute al conduttore di Diario del Giorno che su Rete 4 ha replicato per le rime: "Sono 20-30 anni che, in qualche modo, i tedeschi ci devono spiegare come dobbiamo vivere noi. Se non ti sta bene te ne stai a casa tua, eh?!". Apriti cielo. Dimenticando la palese faziosità di certi volti tv, sinistri vari prendono di mira il giornalista. La sua colpa? Per Marianna Aprile, che di faziosità dovrebbe intendersene, "Giambruno potrebbe mettersi in aspettativa" perché "se la moglie di un presidente del Consiglio avesse osato muovere una critica così accesa, cosa sarebbe successo?". Niente, proprio nulla.
Ma i rimproveri non si limitano alla vita professionale. Dalla stessa sinistra che predica l’eguaglianza ma vanta una leader dotata di armocromista, Giambruno viene contestato per il suo look. Come da lui raccontato, "sono un umile giornalista che fa il suo, però neanche può essere che tutti i giorni qualcuno su social o giornali mi debba spiegare come fare le domande e cosa dire e che io venga criticato pure per la cravatta, o per i mocassini con la suola blu. Io sono il terminale di un gruppo di lavoro che si dà da fare tutti i giorni e sta portando a casa i risultati. Bisogna avere rispetto per loro anche se non piaccio io. Se non ti piaccio io, c’è quel momento democratico in cui puoi cambiare canale".
E nel look rientrano i capelli. Sì perché giorni fa, durante la messa in onda, Giambruno è stato deriso per la capigliatura. "Ma chi gli pettina i capelli?", "Il suo armocromista è Herbert Ballerina", "La pettinatura a schiaffo di Pina Fantozzi", "È una protesi, non sono capelli veri". Questi sono stati solo alcuni dei commenti al veleno arrivati sui social. Per non parlare poi dell’accusa di negazionismo climatico. Il Fatto Quotidiano, dopo una puntata del Diario del Giorno, intitolava così: "Giambruno e il clima, lo show negazionista del compagno di Meloni. E alla fine interrompe la sua cronista che ricorda i dati scientifici".
La sua unica colpa? Aver detto "la notizia, ammesso che tale sia, è che a luglio fa caldo e probabilmente a dicembre nevicherà, ma secondo gli ambientalisti la colpa è nostra". Che Il Fatto di Travaglio ce l’abbia con Giambruno non è cosa nuova. Per loro "il compagno della Meloni modera i lobbisti". Il motivo? Aver moderato 10 incontri di imprese. E per finire, c’è chi mette il dito nella piaga e si attacca a tutto, anche a un falso scivolone televisivo. Sempre su Rete 4, Giambruno ha osato dire: "Torniamo a occuparci dello sparimento della bimba".
Tante le illazioni gratuite che però il diretto interessato respinge al mittente: "Non mi danno fastidio per me, ma per Giorgia. È pensando a lei che mi attaccano sostenendo che ‘sparimento’ è una parola che ho usato, ma non esiste. Invece, c’è nel dizionario: ‘Quella tristissima nuova dello sparimento della contessina’, scrive Ippolito Nievo. Almeno l’italiano lo conosco". Certo è che se le critiche sono queste, davanti a Giambruno si prospetta una lunga e affermata carriera.