Cristina Seymandi è finita su tutti i giornali e sul web dopo che il suo compagno, Massimo Segre, noto finanziere e banchiere di Torino, collaboratore di Carlo De Benedetti, l'ha umiliata davanti a tutti gli invitati a quella che doveva essere una festa per annunciare il loro matrimonio. Nel bel mezzo della serata, ha preso il microfono e ha accusato lei di averlo cornificato con un avvocato e prima ancora con un industriale. Quindi ha comunicato ai presenti e alla diretta interessata che non l'avrebbe più sposata, che la loro convivenza finiva lì. La scena è stata ripresa con un telefonino e il video, inutile dirlo, ha fatto il giro del web.
Il quotidiano diretto da Massimo Giannini, pieno di firme femministe - Annalisa Cuzzocrea, Concita De Gregorio, Michela Murgia, in questo caso tutte mute - ha pubblicato un articolo, scritto da Pierangelo Sapegno, che tutto è fuorché femminista. La realtà dei fatti è che questa è una triste e in fondo banalissima storia di corna, con la differenza che qui la fedifraga è stata praticamente esposta al pubblico ludibrio. E La Stampa, così vicina alle donne - tanto da assumere un diversity editor per evitare che negli articoli possano passare messaggi offensivi - in questo caso non spende una parola per la Seymandi, che è la vera vittima di questa vicenda.
Certo, nell'articolo, non si dice testualmente che lui le ha dato una lezione di vita, ma è questo ciò che traspare. Segre viene descritto come freddo, pacato, come un "vero torinese". E pure lei, per carità, "è stoica, non piange, non ride, non urla, non dice niente, neanche si difende. Più torinese di così si muore". E una volta che lui ha lasciato tutti di sasso "scende con calma e il bello è che lei gli scende pure accanto e quasi si sfiorano" e "alla fine Massimo Segre si incammina verso le sue stanze con un certo aplomb (come cantava Charles Aznavour: 'Devi saper restar di ghiaccio pur se il tuo cuore brucia di rancor'), passando tranquillo fra gli allibiti spettatori".
Non dice invece Sapegno che la Seymandi è svenuta per lo choc, per la violenza di quel gesto così apparentemente educato, esemplare. Non dice che sui social si sono scatenati i soliti haters che le danno della poco di buono, per essere eleganti, che le sta bene se è stata piantata così, davanti a tutti. Ma questa come si chiama se non violenza contro una donna? Perché le colleghe femministe di Giannini stanno zitte?