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Ponte sullo Stretto, la foto che spiega perché non è più rimandabile

di Francesco Storace domenica 13 agosto 2023

3' di lettura

La lunga marcia verso la vacanza. Attraverso un inferno che fiammeggiava caldo torrido per tre ore ciascuno. Automobilisti infuriati per l’attesa. Villa San Giovanni, quando imbarcarsi verso la Sicilia è una scommessa. Dall’altra parte della costa, a Messina, manifestavano in poco più di un migliaio i soliti NoPonte, quelli contrari ad ogni idea di sviluppo, persino nei confronti di un’opera che darà gloria all’Italia intera per l’ingegno, la creatività, la capacità dei suoi tecnici.

In quelle tre ore bloccati in macchina, i turisti si chiedevano quando arriverà questo sogno di unire le due coste - altro che cosche, come ha incredibilmente detto don Ciotti per poter percorrere velocemente un tragitto che di questi tempi appare impossibile. Di là, le urla dei fanatici che vogliono bloccare tutto. Anche se erano pochini, pretendono di decidere loro a nome della Sicilia, della Calabria, dell’Italia.

STRISCIONE ROSSO
Immancabilmente rosso triste lo striscione di apertura del corteo “No Ponte”, le solite balle sulla coda-del-corteo-che-non-è-partita per consolarsi un po’ alla vigilia di Ferragosto. Gli attivisti ambientalisti comunisti tristi hanno scelto il secondo fine settimana di agosto per manifestare. E creare un po’ di trambusto ad una città che faceva fatica di suo ad accogliere i turisti che invece volevano solo riposare. Il periodo più affollato dell’esodo: col ponte sarebbe una passeggiata fantastica; con i cortei e senza Ponte attese interminabili. È stato un sabato da bollino nero per le partenze del ponte di Ferragosto. E Anas ha dovuto presidiare la rete autostradale con il monitoraggio costante del personale, il pronto intervento in caso di criticità e la massima riduzione possibile del numero dei cantieri attivi fino al primo fine settimana di settembre ne restano sospesi 811 - lungo la rete stradale e autostradale di competenza. E proprio l’Anas ha dato notizia di quel che succedeva in particolare sulla A2 “Autostrada del Mediterraneo”: «Rallentamenti e code agli imbarchi di Villa San Giovanni per la Sicilia dove si registrano tempi di attesa di circa tre ore».

Anno di grazia 2023. Tre ore, con il Ponte sullo Stretto operante, basterebbero due minuti per attraversarlo. Con semplici tre chilometri di autostrada, senza alcuna fila e senza alcun ingorgo. Ma chi pensa di tornare all’età delle caverne respinge ogni idea di modernità e va in piazza a strillare i suoi “No” davvero ridicoli.

E quel che colpisce è proprio l’assenza di comprensione rispetto alla necessità di infrastrutture. Matteo Salvini lo ha detto con chiarezza: con il Ponte devono camminare di pari passo adeguamento viari e ferroviari sia in Sicilia che in Calabria con tutti gli stanziamenti economici che si renderanno necessari. Ma dicono no persino a questo.

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ESTATE TRIBOLATA
In Sicilia quest’estate si è tribolato assai per via degli incendi, incluso l’aeroporto di Catania. I percorsi turistici sono stati messi a dura prova e questo perché si vuole rimanere fermi all’antico. Lo ha dimostrato proprio il corteo di ieri, preparato da tempo, con militanti arrivati da altre città perché certo solo da Messina sarebbero stati davvero in pochi a scendere in piazza. E da piazza Cairoli il percorso si è snodato lungo strade strette, per dare l’idea di un corteo lungo.

Vecchi trucchi della politica, che i NoPonte hanno ritirato fuori per l’occasione. Tutto questo mentre gli automobilisti che faticavano ad arrivare da Villa San Giovanni penavano a bordo delle loro vetture con le famiglie al seguito. Ma ai manifestanti poco interessa il diritto di chi lavora a raggiungere le terre privilegiate per le ferie meritate: no, devono continuare a metterci un’eternità per raggiungere la Sicilia dalla Calabria.

Loro, i manifestanti, hanno organizzato un campeggio per ospitare chi arrivava da fuori. Dall’11 al 13 agosto. Come letture preferite, i volantini deliranti contro l’opera e chi dovrà realizzarla per far sì che dal prossimo anno si potrà finalmente cominciare a vedere i cantieri che dovranno portare alla realizzazione del Ponte.

Ma gli attivisti presumono e lo dicono senza sprezzo del ridicolo - di rappresentare la maggioranza dei siciliani e dei calabresi, ai quali non hanno mai chiesto il consenso. Portare in piazza poco più di un migliaio di persone non significa avere il monopolio dei territori. Probabilmente li rappresentano in misura molto maggiore le famiglie di quegli automobilisti costretti a stare tre ore in attesa agli imbarchi. Ma non avevano volantini da distribuire, non facevano gli attivisti di professione.

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