Non sarà Giorgia Meloni a dividere la destra europea. La premier non ha alcuna voglia di fare grandi intese con i socialisti e non mette alcun veto nei confronti di Marine Le Pen, sebbene la leader del Rassemblement National appartenga ad un’altra famiglia continentale, quella di Identità e Democrazia, collocata più a destra dei conservatori, presieduti dalla stessa Meloni. È il messaggio che la presidente del consiglio invia all’Europa, ma anche ai suoi alleati di governo, tramite l’“intervista di gruppo” a Corriere della Sera, Repubblica e Stampa pubblicata ieri. Ed è anche il segnale che dalle sue parti, nonostante la testa sia ai provvedimenti di politica economica che il governo dovrà varare entro fine anno, già si inizia a respirare aria di elezioni europee.
L’antefatto è di pochi giorni fa e vede protagonista Matteo Salvini. Dal palco della Versiliana, intervistato dal direttore di Libero Alessandro Sallusti, il leader della Lega ha avvertito che «dire no alla Le Pen vuol dire aprire la strada a un governo con la sinistra. E io tra Macron e Le Pen scelgo Marine. Spero che gli alleati di centrodestra facciano altrettanto». Ha spiegato anche che votare la Lega (a conferma che la campagna elettorale è iniziata pure per lui) significherà votare contro il «papocchio tra popolari, socialisti e macronisti». Un guanto disfida lanciato ad Antonio Tajani, il quale ripete che per Forza Italia, come per le altre sigle del Ppe, «è impossibile qualsiasi accordo col partito della signora Le Pen». Ma anche alla premier, a Fdi e ai suoi conservatori, che stanno trattando con il Ppe, il quale, a sua volta, è in maggioranza da sempre coi socialisti. Niente di strano, questa competizione è obbligata e fisiologica: il numero degli elettori di centrodestra è stabile attorno al 45-46%, e alle Europee, in cui si vota col proporzionale, ossia tutti contro tutti, la concorrenza vera è interna alla coalizione.
Il bilancio delle devastanti inondazioni causate dalla tempesta che ha colpito il Texas centrale sale ad almeno 51 morti. Ventisette i dispersi.Il dato ufficiale fornito dalle autorità parla ancora di 43 vittime ed è probabile aumenti nella zona più colpita della contea di Kerr. Sempre le autorità sabato in una conferenza stampa hanno dichiarato che 15 delle vittime erano bambini. Il governatore Greg Abbott ha promesso che le squadre avrebbero lavorato 24 ore su 24 per soccorrere e recuperare le vittime. Ancora da ufficializzare il numero delle persone disperse, a parte 27 bambine che si trovavano in un campo estivo femminile.