Basta trappole ai contribuenti. È questo, in sostanza, lo spirito con cui i 13 esperti incaricati di mettere nero su bianco i decreti sull’accertamento tributario si apprestano a dare corpo alla delega fiscale approvata dal Parlamento prima della pausa estiva. Una partita che usufruirà di una corsia preferenziale, visto che è la parte della riforma che non ha bisogno di coperture e non rischia, dunque, di impantanarsi nel difficile reperimento delle risorse per finanziare la prossima manovra. La sfida è quella di non abbassare la guardia nei confronti dell’evasione e, al contempo, di voltare pagina rispetto al fisco che pur di recuperare qualche euro in più calpesta i diritti dei cittadini e li costringe ad un continuo braccio di ferro con l’erario che nel 50% dei casi, come dimostrano gli esiti del contenzioso tributario non si risolve a favore dello Stato.
DUE PRINCIPI
La svolta ruota intorno a due principi cardine. Il primo è la «motivazione degli atti impositivi, anche mediante indicazione delle prove sulle quali si basa la pretesa». In altre parole, l’Agenzia delle entrate non potrà più fare la famosa pesca a strascico, inondando i contribuenti di avvisi bonari o accertamenti basati su presunzioni fragili e sommarie nella speranza che qualcuno o qualcosa resti impigliato nella rete. Il secondo pilastro è il rafforzamento del contraddittorio preventivo col contribuente, oggi circoscritto solo ad alcune fattispecie, che diventerà essenziale per evitare la nullità dell’accertamento. Ciò significa che non sarà più possibile, in barba allo statuto del contribuente, inchiodare il cittadino senza prima aver esplorato, attraverso un confronto, la possibilità che la pretesa del fisco sia errata o sovradimensionata. Per mettere in atto il cambio di passo, ovviamente, sarà necessaria anche una rivoluzione nel metodo di lavoro e negli strumenti utilizzati.
A monte della svolta ci saranno le tecnologie digitale, inclusa l’intelligenza artificiale, che consentiranno di far dialogare meglio le banche dati per prevenire gli errori dei contribuenti e, soprattutto, per concentrate le attività di controllo sui soggetti a più alto rischio di evasione fiscale. Parte integrante della nuova strategia, però, saranno gli accordi preventivi. Come ha spesso detto il direttore dell’Agenzia delle entrate, Ernesto Maria Ruffini, il bravo pompiere non è quello che spegne tante incendi, ma quello che evita che scoppino. Ed è per questo che la delega fiscale concentra gran parte della attenzione sull’allargamento degli strumenti di tax compliance (collaborazione). In questa direzione vanno l’ampliamento dell’adempimento collaborativo e il rilancio del concordato preventivo biennale. Nel primo caso si abbassa considerevolmente la soglia per poter accedere al regime, oggi applicato solo a grandi imprese e multinazionali. Dall’attuale giro di affari non inferiore al miliardo si passerà prima a 750 milioni di euro e poi a 100 milioni.
PREVENZIONE
Per quanto riguarda il concordato preventivo biennale, rivolto ai contribuenti con ricavi fino a 5 milioni di euro, si tratta di offrire la possibilità di accettare la proposta delle Entrate di definire, sempre attraverso un contraddittorio, per due anni la propria base imponibile, e quindi le tasse da pagare. L’accordo prevede che le maggiori o minori entrate rispetto a quelle oggetto del concordato siano considerate irrilevanti ai fini delle imposte Irpef e Irap, nonché dei contributi previdenziali obbligatori. Ma ancor prima dei decreti attuativi, i segnali del nuovo corso del fisco sono già visibili nella convenzione 2023-2025 siglata qualche giorno fa tra Agenzia delle entrate e ministero dell’Economia per definire obiettivi e finalità dell’azione fiscale. Ruffini promette più risultati (2,8 miliardi in più in tre anni dalle attività di contrasto) e meno trucchi. Tanto è vero che i premi di risultato non saranno più legati al numero e agli importi indicati negli accertamenti, ma terranno conto della velocizzazione dei rimborsi Iva (tanto utili in momenti di difficoltà economica), del miglioramento dei servizi e della maggiore qualità degli atti impositivi. Tra le novità per semplificare la vita al contribuente ci saranno le videochiamate, l’assistenza online con schermo condiviso e la possibilità di sottoscrivere i documenti in via digitale.
Il bilancio delle devastanti inondazioni causate dalla tempesta che ha colpito il Texas centrale sale ad almeno 51 morti. Ventisette i dispersi.Il dato ufficiale fornito dalle autorità parla ancora di 43 vittime ed è probabile aumenti nella zona più colpita della contea di Kerr. Sempre le autorità sabato in una conferenza stampa hanno dichiarato che 15 delle vittime erano bambini. Il governatore Greg Abbott ha promesso che le squadre avrebbero lavorato 24 ore su 24 per soccorrere e recuperare le vittime. Ancora da ufficializzare il numero delle persone disperse, a parte 27 bambine che si trovavano in un campo estivo femminile.