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Migranti, "no a maschi soli": la stretta della sinistra a Bruxelles

di Carlo Nicolato giovedì 31 agosto 2023

3' di lettura

Tra il centro di accoglienza dei richiedenti asilo di Bruxelles, il famigerato “Petit -Château” del Fedasil sul canale della città, e la sede della Commissione, ci sono circa tre chilometri. La strada è praticamente tutta dritta e in salita, teoricamente da una delle torri dell’orrido castelletto è possibile scorgere lontana la sagoma sinuosa di palazzo Berlaymont, eppure nessuno degli alti funzionari e dei politici che lo frequentano lo scorso inverno si è preso la briga di farci un salto, anche solo per curiosità. Di motivi ne avrebbe avuto più d’uno, tipo quei tremila immigrati che vi dormivano all’esterno, all’addiaccio, in fila e in attesa. E quelle condanne che di conseguenza la Corte europea dei diritti dell’uomo ha comminato allo stesso Fedasil incapace di trovare loro una sistemazione anche provvisoria.

Il Belgio, quale sede delle istituzioni europee ha sempre goduto di una particolare “disattenzione” da parte delle stesse, si preferisce far finta che certi problemi proprio lì nel centro dell’Europa unita non esistano, tanto più che adesso governa il centrosinistra che come si sa sui temi in questione, e non solo, è infallibile. Ci fosse stato un esecutivo di colore opposto state certi che qualcuno si sarebbe fatto sentire, eccome. Passerà presumibilmente inosservato anche il fatto che tale governo retto dal liberaldemocratico fiammingo (aperto) Alexander De Croo, abbia deciso di sospendere provvisoriamente l’accoglienza dei richiedenti asilo, ma solo di quelli di sesso maschile che si presentano da soli. Una chiara discriminazione che contravviene i principi di qualsiasi Costituzione democratica occidentale, compreso quella belga ovviamente.

La segretaria di Stato per l’Asilo e la Migrazione, la cristiano-democratica Nicole de Moor, ha spiegato che la decisione è stata presa per salvaguardare le famiglie e che lo Stato Belga vuole assolutamente evitare «che dei minori si trovino per strada in inverno». «Non volendo essere in ritardo rispetto agli eventi, ho già preso la decisione di riservare tutti i posti disponibili alle famiglie con bambini», ha detto de Moor. «Il numero elevato di richiedenti asilo arrivati nel nostro Paese negli ultimi due anni sta mettendo alla prova la nostra rete di accoglienza. Continuiamo ad aprire nuovi centri ma tutti hanno potuto constatare l’anno scorso quanto sia difficile creare dei luoghi di accoglienza», ha aggiunto la segretaria di Stato. Insomma, «prima le donne e i bambini» come si diceva una volta, nel mondo maschilista, di fronte a una nave che sta affondando, ma in questo caso non c’è alcuna nave che affonda, nemmeno un Paese, che vanta tra le altre cose redditi e tasse tra i più alti d’Europa.

La decisione non è piaciuta nemmeno alle Ong e qualche voce discordante si è alzata pure a sinistra. Marie Doutrepont degli avvocati progressisti, sostiene che la nuova politica invia il segnale che gli uomini single sono «meno umani» delle persone con famiglia o dei minorenni e che tale decisione «è semplicemente illegale, a livello nazionale, internazionale e comunitario». Di fondo però c’è anche una questione politica, la solita peraltro: la de Moor sostiene che in realtà il Belgio soffre di «un’iniqua ripartizione degli oneri nella gestione dei migranti nell’Ue» e che «fa più del dovuto da molto tempo». Cita anche qualche numero, come i «19 mila richiedenti asilo registrati in Belgio, rispetto ai 1.500 in Portogallo, un Paese che ha una popolazione simile alla nostra». 

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