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Lega, Igor Iezzi: "Troppi imam senza controllo, serve un Albo"

di Hoara Borselli mercoledì 13 settembre 2023

3' di lettura

È stata depositata alla Camera una proposta di legge che prevede: un apposito Albo degli imam presso il Viminale, di vincolare la possibilità di predicazione islamica all’uso della lingua italiana, nonché il controllo dei finanziamenti che arrivano dall’estero. Spiccano il «divieto di ogni pratica e attività collegata o collegabile alla dottrina dell’occultismo» e anche di far proprio «l’esplicito riconoscimento della parità tra uomo e donna». Il Ddl è a prima firma del deputato della Lega Igor Iezzi, che abbiamo sentito.

On. Iezzi, l’idea di depositare questa proposta di legge è scaturita dallo sdegno che ha suscitato il sermone choc dell’imam di Birmingham dove spiegava come lapidare le donne adultere?
«Si e no. Si perché sono fatti di cronaca che non possono non far riflettere. No perché questi progetti di legge non devono mai nascere sull’onda emotiva di un episodio».

Quindi è un’idea che aveva in seno prima del video dell’imam circolato in rete?
«La predicazione senza alcuna norma o regola dell’islam nel nostro Paese, rappresenta una problematica da tempo».

Di che genere di problematica parla?
«I nostri quartieri sono sempre più preda di membri appartenenti alle comunità islamiche che non rispettano quelli che sono i principi e i valori del nostro Paese. A tal proposito nella proposta di legge presentata, ho fatto inserire la norma che garantisca, negli statuti delle associazioni che aspirano ad aprire luoghi di culto, la parità fra uomo e donna».

Parità di genere e islam suonano come un ossimoro. Pensa che questa norma possa essere accettata da chi ha radicata nella propria cultura questa disparità da sempre?
«La mia esperienza sul territorio, essendo stato consigliere comunale, mi ha restituito questa convinzione nonostante non abbia numeri che giustifichino ciò che sto dicendo: gli islamici che vivono nelle nostre città e maggiormente non rispettano questi principi e valori come ad esempio la parità fra uomo e donna, sono quelli più religiosi e che frequentano con assiduità tutti quei luoghi di culto, ad oggi “irregolari”».

In sostanza ci sta dicendo che più professano la loro religione e più questa li allontana dal rispetto di quei valori occidentali necessari per una civile convivenza con il nostro Paese?
«La loro cultura, lontanissima dai nostri valori, viene portata avanti proprio grazie agli imam che ad oggi agiscono incontrollati. Come quel video del sermone choc, ha dimostrato».

È d’accordo con me che una cultura non si cambia attraverso delle norme che vengono imposte da un altro Paese?
«Certamente sì , però ciò che noi vogliamo è che venga rispettato questo principio: se vieni in Italia ti devi adeguare ai valori su cui questo Paese fonda le sue radici. Il rispetto per la donna è uno di questo. E questo deve valere per tutti, senza alcuna distinzione. Non assolviamo il maschio italiano che non rispetta la donna. Su questo siamo intransigenti con chiunque».

La Lega da tempo stava elaborando progetti di legge su questo tema o sbaglio?
«Verissimo, infatti la genesi della mia proposta di legge è una sorta di legge omnibus di tutti i progetti che la Lega ha maturato negli anni».

Qual è l’obiettivo della proposta?
«Noi vogliamo mettere delle regole. Oggi parliamo di islam perché rappresenta il problema anche se dovremmo parlare di religioni che ancora non sono sottoposte ad intesa. Vogliamo che ci siano norme in un mondo che non ne ha, se non raffazzonate e caotiche».

Quali sono le regole che volete introdurre?
«Dai sermoni degli imam in lingua italiana, dal rispetto di determinati requisiti in linea con la nostra Costituzione per il via libera all’apertura di luoghi di culto , alla possibilità di fare un referendum territoriale per capire se accettati dalla comunità. Non vogliamo che queste realtà ricevano finanziamenti esteri da Paesi tipo il Qatar».

Pensa che le accetteranno?
«Penso che noi dovremmo finirla di pensare a ciò che vogliono loro. Se un Paese impone delle regole  queste devono essere rispettate. È la base per una convivenza civile».

Non le sarà sfuggito che a Milano l’edificio di via Esterle, occupato abusivamente da anni è stato sgomberato e destinato alla realizzazione di una moschea.
«Vede che quando si vuole si riescono a liberare gli edifici dagli abusivi? Peccato che dove noi avevamo in progetto di realizzare una caserma dei vigli urbani , assente in quel municipio, il sindaco Sala ha ritenuto più utile far sorgere un’altra moschea. Giusto ricordare che via Esterle è una traversa di via Padova dove sono già presenti due note moschee abusive. Era veramente necessaria la terza? Questa la priorità per Milano?».

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