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Lagarde passa, l'Italia resta

di Mario Sechi venerdì 15 settembre 2023

2' di lettura

Ha definito l’inflazione “transitoria”, è partita in ritardo con il cambio di rotta della politica monetaria, poi ha messo in fila dieci rialzi consecutivi, conquistando il record dei tassi di interesse più alti di sempre. Lei, Christine Lagarde, è senza dubbio donna di tempra e di Hermès, di potere e di Louis Vuitton, di finanza e di Chanel, è passata dalla torre d’avorio all’Eurotower, sempre più in alto, così distante da diventare un dispiacere anche per il Re Solo che pure l’aiutò in passato, il presidente Emmanuel Macron.

Un altro aumentino e via, proviamoci, si saranno detti a Francoforte. Gli alchimisti della Bce non si sono fermati, macché pausa, oggi no, il pilota automatico non lo prevede. È proprio questo il problema, il manuale di pilotaggio dei banchieri centrali. Nelle puntate precedenti si sono persi di vista la galoppata dei prezzi, oggi pensano di domare l’inflazione e nel frattempo la produzione si sta schiantando. La finanza da tempo si è dissociata dall’industria, gli economisti voltano le spalle alla realtà, in fondo è comodo pensare che tutto andrà secondo i piani.

La politica di Lagarde, la sorveglianza delle istituzioni, dovrebbe essere il primo punto nell’agenda del governo: Giorgia Meloni deve conservare la spinta positiva dell’Italia, il clima di fiducia che ha saputo costruire in questo anno di governo; Matteo Salvini domenica parlerà al Nord; Antonio Tajani ogni giorno deve ricordare l’eredità del “self made man” Silvio Berlusconi. Forse è il caso che facciano il punto su quello che succede a Francoforte, a cominciare dalla lettera che criticava la tassa sugli extra-margini delle banche, un esercizio ideologico di affermazioni non dimostrabili.

La Bce di Mario Draghi salvò l’Europa dal collasso (non senza effetti collaterali, ma fu una grande impresa), quella di Christine Lagarde è un’operazione senza leadership. L’Italia ha molti problemi, ma, a dispetto del racconto degli intelligenti a prescindere, è una grande nazione. Lagarde che alza i tassi e sbaglia passa, Giorgio Armani che crea una leggenda dell’immaginario resta. Pochi giorni fa, l’uomo simbolo della moda ha detto che non venderà mai l’azienda ai francesi. Eccolo qui, un patriota.

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