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Parlare con tutti è la medicina contro la solitudine

di Steno Sari lunedì 18 settembre 2023

2' di lettura

In un mondo iperconnesso è paradossale che ci siano tante persone che soffrono di solitudine. I mezzi tecnologici e il ritmo frenetico della vita moderna non agevolano certo i rapporti umani. In molte famiglie non si mangia più insieme e quando lo si fa regna il silenzio. Spesso la mancanza di dialogo tra marito e moglie conduce a vite parallele. I giovani hanno il loro smartphone e vivono praticamente isolati dal resto della famiglia. Gli strumenti digitali hanno colonizzato la vita sociale.

La conversazione [dal latino conversatio, “il trovarsi insieme”], intesa come scambio verbale tra due o più persone, sembra essere in fase di estinzione. Ansia sociale, mancanza di empatia, timidezza, bassa autostima, incapacità di saper ascoltare e di mostrare attenzione ai bisogni altrui sono fattori che incidono in maniera notevole sui rapporti umani. Abbiamo il bisogno innato di comunicare e abbiamo il dono della parola eppure facciamo fatica a parlare con gli altri. Cosa fare allora? Impariamo l’arte di fare domande a coloro con cui ci interfacciamo: sono un ottimo strumento per iniziare una conversazione. L’autentico e sincero interesse può creare un’atmosfera di fiducia e di sicurezza in cui è più facile interagire. L’empatia (mettersi nei panni degli altri) è la linfa vitale di ogni buona relazione, spinge a mostrare comprensione, a parlare dei propri problemi. Anche essere amichevoli, garbati e avere il senso dell’umorismo possono contribuire all’arte della conversazione. Persino camminare può liberare la mente dalle preoccupazioni e dall’isolamento verbale perché predispone alla meditazione e all’ascolto, facilita la riorganizzazione mentale e fisica dal caos digitale.

Quando si cammina non si mette in movimento solo il corpo, ma anche i pensieri. Ciò aiuta a riflettere, a trovare nuovi punti di vista. Se ci apriremo allo spazio e non ci chiuderemo in noi stessi, avremo una più ampia libertà di azione e tante amarezze si dissolveranno lungo il cammino. Se ammireremo l’abbondanza di vita che c’è nella natura ci sentiremo uniti alle cose che ci circondano e questo ci farà provare stupore e meraviglia. Scopriremo la bellezza e conversando introspettivamente con noi stessi getteremo le basi su cui costruire conversazioni condivisibili con altri. Il creato può insegnarci molto sul senso della vita.

Ancora, impariamo a non essere egoisti, a sostituire sentimenti negativi con la capacità di apprezzare i doni degli altri. Prendiamoci il tempo di leggere e arricchire la nostra cultura, una lente attraverso la quale vedere il mondo. Conversando con persone di altre culture non solo comprenderemo meglio chi è diverso da noi, allargando i nostri orizzonti, ma capiremo meglio anche noi stessi. Le differenze culturali ben dimostrano la meravigliosa varietà che caratterizza gli esseri umani. Come un artista, che grazie all’addestramento e alla pratica muove con abilità il pennello sulla tela così da creare una meravigliosa opera d’arte, così ognuno di noi può imparare a coltivare queste importanti qualità per usarle con chi ci sta vicino. Tutto ciò ci permetterà di abbattere muri per costruire ponti. 

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