CATEGORIE

Landini attacca il governo ma ha un piano eversivo

di Pietro Senaldi sabato 23 settembre 2023

3' di lettura

Siamo al bue che dà del cornuto all’asino. Maurizio Landini accusa il governo di commettere «atti gravissimi». Tutto nasce dalla risposta che la ministra del Lavoro ha dato a un’interrogazione di Fratelli d’Italia sul licenziamento del portavoce del segretario della Cgil, Massimo Gibelli, dopo quarant’anni di onorato servizio nel sindacato e a tre anni dalla pensione. «Vigileremo» ha detto Rossella Calderone, specificando che eventuali attività di accertamento non spettano all’esecutivo ma tuttalpiù al Parlamento.

Questo è bastato a Landini per convocare una conferenza stampa e recitare la parte della vittima, ribadendo che la posizione di Gibelli era un lusso (55mila euro lordi l’anno) e che il suo nuovo incaricato per la comunicazione, Gianni Prandi, presta la sua opera gratis; con buona pace della battaglia sul salario minimo e sullo sfruttamento di chi lavora. Ma Landini è Landini, e la Cgil pure, tutto è concesso a chi rappresenta i lavoratori, soprattutto fregarli. Ma cosa ha in testa Landini? Semplice, un progetto eversivo, che fa strame della Costituzione. Il segretario chiede al governo di essere riconosciuto nei fatti, non formalmente, come l’unico interlocutore sindacale, di essere una sorta di Ghino di Tacco, nulla si fa senza passare da lui. Pretende anche di essere considerato dalla maggioranza alla stregua di una forza politica, senza però candidarsi e affrontare il voto.

Quarta repubblica, Renzi travolge Landini: "Guarda guarda, vergognati"

"Guarda guarda il segretario della Cgil Maurizio Landini, quello che fa sempre la morale a me". Matteo Renzi, ...

Posizione egemonica nella trattativa sindacale e peso politico, sulla base dei cinque milioni di iscritti che il suo sindacato sostiene di avere e i partiti non più: ecco la trama che scardina due caposaldi della Carta, la contrattazione collettiva e la rappresentanza del popolo attraverso il Parlamento. Ma Landini bypassa ogni obiezione, perché è convinto che, siccome il 50% degli italiani non si reca più alle urne, il Parlamento è già delegittimato.

Maurizio Landini non può più guidare la Cgil: la carta che lo dimostra

La civetta di Minerva vola al crepuscolo –dicevano gli antichi-, la vecchiaia porta saggezza. Salvo, forse, nel ca...

Va da sé che i nemici naturali del sindacalista siano le formazioni politiche, di sinistra, e conseguentemente Schlein e Conte, che il segretario marca a uomo. Elly annuncia una grande manifestazione per ottobre? E lui la brucerà proclamando uno sciopero poco prima. Il Pd raccoglie firme per il salario minimo? Lui si smarca con il referendum. È una guerriglia da khmer rosso, mai in campo aperto e con finte, trabocchetti e mosse tattiche che nascondono sempre un secondo fine. Altro non può fare il capo della Cgil, perché sa benissimo che, se scendesse in campo, un suo eventuale partito racimolerebbe a dir tanto il 5%, visto che al Sud gli elettori gli preferirebbero M5S e al Nord la Lega e Fdi.

Maurizio Landini si "regala" una gallerista d'arte: un caso alla Cgil

Maurizio Landini si è “regalato” una gallerista d’arte nel quartier generale della Cgil. Lo scr...

Landini è eversivo anche all’interno del suo regno, e non solo per il licenziamento del portavoce dei suoi due predecessori. Ha azzerato i segretari regionali e quelli di categoria. Chi conosce un nome all’interno della Cgil al di fuori del suo? Questo mostra il piglio autoritario dell’uomo, che ha stravolto la natura del sindacato, che è per definizione pluralista. E qui c’è l’unica similitudine tra lui e la Schlein: entrambi hanno preso in mano un’istituzione e lo stanno trasformando in un movimento. Ed entrambi falli ranno. Lei perché il partito del potere e dell’establishment mai potrà diventare la copia elegante di M5S. Lui perché il sindacato che ha in mente, tutto operai ed ex operai, non rappresenta più il mondo del lavoro moderno. Landini si sogna uomo solo al comando ma si ritroverà solo e basta, per aver affondato la nave che timona, proprio come Elly. E il governo in questo non c’entra nulla. Sono due progetti di sinistra sbagliati di cui il centrodestra beneficia provvidenzialmente. 


 

tag
maurizio landini
cgil
giorgia meloni
pietro senaldi
elly schlein
pd
m5s

Superato lo scoglio Meloni, vertice di governo sulle pensioni: cosa cambia

Il saluto di Mattarella Mattarella, il saluto al Quirinale: "Il prudente controllo del governo sui conti pubblici"

Il sindaco e Askatasuna Askatasuna, assurdo attacco di Stefano Lo Russo a Meloni: "Noi non cambiamo"

Ti potrebbero interessare

Meloni, vertice di governo sulle pensioni: cosa cambia

Mattarella, il saluto al Quirinale: "Il prudente controllo del governo sui conti pubblici"

Askatasuna, assurdo attacco di Stefano Lo Russo a Meloni: "Noi non cambiamo"

Redazione

Schlein fuori controllo: "Meloni spavalda ma la sua maggioranza si è rotta"

Texas, i soccorritori alla ricerca dei superstiti dopo le inondazioni: le immagini dei danni

Il bilancio delle devastanti inondazioni causate dalla tempesta che ha colpito il Texas centrale sale ad almeno 51 morti. Ventisette i dispersi.Il dato ufficiale fornito dalle autorità parla ancora di 43 vittime ed è probabile aumenti nella zona più colpita della contea di Kerr. Sempre le autorità sabato in una conferenza stampa hanno dichiarato che 15 delle vittime erano bambini. Il governatore Greg Abbott ha promesso che le squadre avrebbero lavorato 24 ore su 24 per soccorrere e recuperare le vittime. Ancora da ufficializzare il numero delle persone disperse, a parte 27 bambine che si trovavano in un campo estivo femminile.

Marco Bassani: L'europeismo trasformato in un culto neo-marxista

Infuria la polemica su un documento che credo debba essere posto nella giusta luce. È vero che occorre contestual...
Marco Bassani

Patricelli: La verità nascosta dal Pci su chi uccise il Duce

Un cold case da ottanta anni nella ghiacciaia della storia, con un enigma avvolto da un mistero. In attesa che l’e...
Marco Patricelli

Calessi: Bertinotti e Fini, uniti dalla Lega ma separati sulla guerra

Il rosso e il nero a casa della Lega. Sono stati loro, Fausto Bertinotti e Gianfranco Fini, intervistati dal direttore d...
Elisa Calessi