L’inganno è nella premessa. Perché gli avversari politici prima si lavano la coscienza con un profluvio di frasi fatte buone per ogni occasione - «solidarietà a Giorgia Meloni come persona, come donna, come madre» (Giuseppe Conte); «massimo rispetto» (Angelo Bonelli); «a noi non appassiona occuparci delle questioni personali» (...) (Riccardo Magi)- poi si travestono da sciacalli e sfruttano una crisi familiare per buttarla in politica. Il caso di Conte è emblematico. Il leader M5S ci tiene «innanzitutto» a esprimere «solidarietà» all’«avversario anche politico» (che altro? ndr), poi si diletta a consegnare «a futura memoria una notazione in punta dei piedi». Questa: «Invito la destra a evitare di elaborare modelli culturali che poi si vogliono imporre a tutti i cittadini, modelli culturali impregnati di forte ideologia costruita su modelli astratti. La famiglia del Mulino Bianco». Insomma, l’Avvocato del popolo per un giorno torna a indossare la toga e punta il dito sul privato del premier, incapace di «tradurre in pratica» il «modello» scelto.
L’immagine del Mulino Bianco ricorre spesso, anche sui social, nei commenti sulla crisi Meloni-Giambruno. Più Europa di Riccardo Magi, su X (l’ex Twitter), pubblicano un post con tanto di immagine-manifesto: «Ora basta con la morale sulla famiglia tradizionale». Il bello è anche in questa occasione la premessa pareva incoraggiante: «A noi non appassiona occuparci delle questioni personali della presidente del Consiglio, tantomeno di quelle private». E invece se ne occupano, eccome: «Chiedo ai politici di maggioranza di astenersi da ora in poi dal fare a chiunque la morale sulla famiglia tradizionale. La famiglia tradizionale non esiste, è un feticcio ideologico che nemmeno loro stessi riescono a onorare». Poi arriva il punto forte: «La caccia alle streghe fatta da questo governo a qualsiasi forma di famiglia diversa da quella del Mulino Bianco appare solo come una grande ipocrisia». E qui il riferimento alle battaglie, ad ora perdenti, sulle cosiddette “famiglie arcobaleno” è palese.
RABBIA ARCOBALENO
In tutto questo poteva mancare Alessandro Zan, il deputato del Pd paladino della comunità Lgbtq+ autore della discussa proposta di legge - mai approvata - contro l’omotransfobia? Certo che no. E infatti Zan, con tanto di emoticon con i colori dell’arcobaleno, su X la butta giù così: «Almeno lasciate in pace le famiglie che vogliono stare insieme». Poi c’è Angelo Bonelli, uno dei due leader dell’Alleanza Verdi-Sinistra. Qui la premessa sembra troncare sul nascere ogni tentazione di sciacallaggio: «Quello che è accaduto non attiene alla politica... io non ho problemi a dire che ho il massimo rispetto e solidarietà verso la premier». Bonelli, interpellato da Francesco Storace e Vladimir Luxuria nel corso della trasmissione radiofonica il Rosso e il Nero, potrebbe finirla lì, ne uscirebbe alla grande se paragonato ai suoi colleghi. E invece pure lui alla fine non resiste: «Se devo fare una riflessione di ordine pubblico, il mio pensiero va alle ragazze madri che vivono una situazione drammatica in assenza di servizi, di certezze sul lavoro su cui penso si debba aprire una riflessione alla luce della scelta presa da Meloni». Quindi la domanda senza risposta: «Chi è che vuole indebolirla? E perché?».
IL FINTO AMANTE
Tra gli sciacalli è d’obbligo inserire dillingernews, il canale di informazione di Fabrizio Corona. È sua, a metà pomeriggio, la “bomba gossip”: «E se il cuore di Giorgia Meloni fosse già occupato? Un nome arriva dalla Sicilia. La Meloni avrebbe una relazione da qualche tempo con l’assessore Manlio Messina». Un post corredato da una serie di foto che ritraggono lo stesso Messina insieme alla premier. Immediata la reazione dello stesso Messina, che su Facebook fa sapere di aver chiamato Corona, «conoscendolo da molti anni», per protestare contro i contenuti del post. E proprio Corona avrebbe confermato a Messina di essersi inventato tutto: «La notizia è falsa, gli serve solo a fare aumentare lo share del suo nuovo sito. Ecco chi è Fabrizio Corona!». La querela sarebbe pronta. La voglia di rivincita della “galassia arcobaleno” fa il pieno su X.
All’ex mezzobusto del Tg1, Tiziana Ferrario, non pare vero di tirare le stesse conclusioni di Magi: «La morale è che la famiglia tradizionale appartiene al mondo dei sogni di alcuni. Il risveglio può essere molto brusco. Quindi evitare di imporre agli altri ciò che neanche tu riesci a realizzare. Succede nella vita... meglio più tolleranza». Una citazione a parte merita Cathy La Torre, avvocato, attivista Lgbtq+. Giovedì sera, sull’onda dei fuori onda di Giambruno, sfida Meloni: «Chissà cosa pensa dei comportamenti non conformi (per usare un eufemismo) del compagno nei confronti di altre donne (...). Lei, sempre così attenta a sottolineare la condizione sottomessa della donna in altri posti del mondo, sono sicura che sarà coerente e saprà come richiamare il compagno al dovuto rispetto». La reazione della premier deve averla spiazzata, se è vero che ieri ha improvvisamente cambiato bersaglio: «Il punto non è quello che fa Giorgia Meloni nella sua vita privata, ma l’ipocrisia di chi- come i suoi colleghi di governo, da Salvini al fu Berlusconi - ama così tanto la “famiglia tradizionale” da volerla imporre agli altri».
Il bilancio delle devastanti inondazioni causate dalla tempesta che ha colpito il Texas centrale sale ad almeno 51 morti. Ventisette i dispersi.Il dato ufficiale fornito dalle autorità parla ancora di 43 vittime ed è probabile aumenti nella zona più colpita della contea di Kerr. Sempre le autorità sabato in una conferenza stampa hanno dichiarato che 15 delle vittime erano bambini. Il governatore Greg Abbott ha promesso che le squadre avrebbero lavorato 24 ore su 24 per soccorrere e recuperare le vittime. Ancora da ufficializzare il numero delle persone disperse, a parte 27 bambine che si trovavano in un campo estivo femminile.