Adesso, col senno di poi, è facile dire che i segni erano già tutti lì. Nel fatto che lei e lui vengono da due mondi distanti, che la comunità umana cui appartiene Giorgia Meloni è molto diversa da quella di Andrea Giambruno. E che questo, a ben guardare, si poteva capire anche da come lei ha raccontato la storia con lui. Almeno sino a ieri, quando ha scritto quel post su Facebook: «Le nostre strade si sono divise da tempo, è arrivato il momento di prenderne atto». Ora che sappiamo che la crisi della coppia si trascinava, non è stata improvvisa, è possibile rileggere certe frasi con occhi nuovi, collegare i puntini con un tratto di penna e vedere il disegno che ne esce fuori. Iniziando dalle pagine di Io sono Giorgia, uscito nel maggio del 2021.
Di Giambruno, conosciuto dieci anni fa durante una pausa pubblicitaria della trasmissione di Paolo Del Debbio (lei aveva mangiato una banana, lui fu così carino da buttare via la buccia), la futura presidente del consiglio scrive che è «bello come il sole» e che quella con lui è «la storia d’amore più bella che abbia vissuto». Il padre di sua figlia è «intelligente e sicuro di sé», «molto bravo nel suo lavoro», il che lo rende «uno dei pochissimi uomini al mondo capaci di non soffrire se hanno accanto una donna affermata». Un signor professionista e un bravissimo genitore, «anzi fenomenale, e io sono estremamente fiera del rapporto che Ginevra ha con lui».
LE PERSONE IMPORTANTI
Manca qualcosa, però. E non è la fede al dito, questione che lui, sedicente «cuore gitano», in un’intervista a Chi di pochi giorni fa, quando tutto ancora sembrava andare bene, ha liquidato con poche parole: «Ci sposeremo quando ci andrà». Lo si vede nelle pagine del libro in cui la leader di Fdi racconta dei suoi affetti, delle poche figure alle quali si sente legata in modo viscerale. Lì, dopo la piccola Ginevra (è con lei che la domenica mattina balla in pigiama, mettendo la musica al massimo volume), c’è la sorella Arianna, «la persona migliore che abbia conosciuto». Quella che fino alla nascita della figlia «è stata la persona più importante di tutta la mia vita. Non c’è segreto che non le confessi, consiglio che non le chieda». Era stata Arianna, non Andrea, la prima persona alla quale aveva detto di essere incinta. Poi ci sono la madre Anna, la nonna Maria e il nonno Gianni, «il solo vero padre che abbiamo avuto».
In questo affresco familiare Andrea appare al lettore come il padre di Ginevra, non come l’uomo della vita di Giorgia. Nel racconto c’è poco della vicinanza con lui e molto delle circostanze e delle scelte che li hanno tenuti lontani. «Non ho mai convissuto fino alla nascita di Ginevra. Persino durante la gravidanza vivevo da sola», scrive, «perché Andrea lavorava ancora a Milano e ci vedevamo solo nel fine settimana». Molte coppie hanno vissuto il lockdown come l’occasione per recuperare abitudini perdute e crearne di nuove; per il futuro capo del governo «l’unico vero dono» è stato «aver potuto vivere Ginevra ogni giorno».
UN SOLO GRANDE AMORE
Con l’arrivo a palazzo Chigi le distanze si sono allargate, il rapporto con Giambruno si è sfilacciato. Misurando le parole, lo fa capire ad Alessandro Sallusti, che la intervista nel libro La versione di Giorgia, uscito un mese fa. «Andrea, giustamente», confessa la premier, «si lamenta del fatto che non riusciamo più a stare un attimo da soli, a fare qualcosa insieme, ad avere una vita normale». Parole simili a quelle che lui, due mesi prima, aveva confidato al Corriere della Sera: «Lei è una mamma impeccabile, ma ci sono situazioni in cui non hai il tempo che tua figlia ti richiede o che tu vorresti. Umanamente, ci rimani male. Allora, provo a supplire io». Si capisce meglio, allora, perché alla voce «grande amore della vita» per lei esista un solo nome, e non sia quello di lui.
C’è un passaggio rivelatore in Io sono Giorgia, in cui scrive di avere «sempre pensato che i figli fossero soprattutto un prodotto dell’amore. Se trovi la persona giusta, allora suggellerai in questo modo quel legame». Non lo crede più. «Rimpiango di essere stata così cieca. I figli sono l’amore, il più assoluto che esista, ma non sempre riesci a capirlo prima di provare quel sentimento». E a rileggerlo ora, acquista un sapore diverso anche quel pensiero che le ispirò la pandemia: «Niente va dato per scontato, perché tutto, ma proprio tutto, può cambiare da un giorno all’altro».