Chiamiamole le "interviste possibili" di Fabio Fazio. Sarebbe bastata una domanda, una sola, per risultare perfette. E invece, come per Patrick Zaki poche ore fa, niente: silenzio, omissione, qualcuno dice addirittura auto-censura. Di sicuro, poco coraggio. Quella domanda, Fazio, non la fa.
Siamo di fronte a un genere giornalistico-televisivo di tutto rispetto, quasi un record del mondo: in 23 anni di Che tempo che fa, tra i tre canali della Rai e ora sul Nove, a Discovery, il conduttore savonese si è affrancato dall'immagine giovanile di straordinario imitatore e non solo. Antonio Ricci, il papà di Drive In e Striscia la notizia, lo ricorda spesso quando, imberbe, alla guida della trasmissione Fate il vostro gioco negli anni 80 si circondava di fanciulle che cantavano, maliziose, "Sono la tua fiche, la tua bella fiche. Gettami sul tavolo, mostrami i tuoi numeri". Roba che oggi farebbe impallidire le sue amiche femministe, da Laura Boldrini in giù.
Cambiano i tempi, Fazio ormai è altra roba: padrone della tv e degli ascolti, opinion maker attraverso le parole dei suoi ospiti (lui, raramente, si espone). Eccellenti, talvolta eccezionali: in studio o in collegamento, Fabietto ha avuto modo di colloquiare con i giganti non solo della cronaca ma della Storia con la "s" maiuscola. Papa Francesco, Michail Gorbaciov, Barack Obama, Emmanuel Macron. E poi i grandi protagonisti della politica nazionale, addirittura con quel Silvio Berlusconi di cui era considerato l'alfiere della resistenza culturale e televisiva, sinistra contro destra, radical-chicchismo contro populismo, tv pubblica contro Mediaset. Roba da record, perché in quasi ognuno di questi faccia a faccia, come dicevamo, il padrone di casa ha avuto la creanza di non porre agli interlocutori il quesito più naturale ma anche il più imbarazzante e scomodo. "Per non crearsi problemi", sussurrano i più maliziosi, sottolineando come dopo tutto al più felpato degli inquisitori le barricate interessino fino a un certo punto.
2013: BOLDRINI PADRONA DI CASA
Nel 2013 Fazio è già una potenza a viale Mazzini. Dopo 10 anni, l'Italia sta cambiando pelle. I grillini sono la grande sorpresa in Parlamento, alla Camera si siede come presidente la neofita Laura Boldrini. Eletta con Sel, proviene dal mondo delle Nazioni Unite, al tema-migranti (che le sarà carissimo negli anni a venire) affianca la lotta femminista. Arriva a CTCF e Fazio mette in mostra il suo campionario di adulazioni: il discorso di insediamento a Montecitorio, spiega, "ogni volta emoziona, ogni volta si risente, si riascolta. Sono rimasto stupefatto. La nostra politica è così asfittica, lo sguardo del Paese è arrabbiato, le sue parole di apertura e il suo sguardo che ha portato dal mondo, l’ho trovato un segno di speranza e novità". Superfluo notare come non sia un contraddittorio, ma un microfono ceduto alla ospite. Prima domanda: "Da dove pensa di cominciare?". Detto tutto.
2015: BERLUSCONI E DUDU'
L'evento è storico, il grande nemico della sinistra Silvio Berlusconi può venire torchiato dalla voce libera della Rai. Ne verrà fuori uno show, sì, ma del Cav, che Fazio accoglie con deferenza, rispetto, quasi affetto. In fondo, se Fabio è in tv lo deve proprio al magico mondo della tv commerciale degli anni 80. E dalla sinistra più anti-berlusconiana fanno notare come la domanda più ficcante del lotto sia: "In questi giorni ha postato foto con il suo cane, Dudù, che ormai è più famoso di Rex, per alcuni sono foto di un uomo solo, ma lei si sente felice?". Poteva essere una scazzottata, è stato un abbraccione.
2019: MACRON E I 1092 "OUI"
Storica la trasferta all'Eliseo per intervistare il presidente francese Emmanuel Macron. Il leader di En Marche era già all'epoca il "nemico" dei sovranisti, con particolare riguardo per Matteo Salvini e 5 Stelle allora al governo. Al padrone di casa, intervistato "in corridoio", Fazio non regala nessuna domanda puntuta sulla politica interna o estera, nemmeno un accenno alle polemiche molto più leggere al suo chiacchieratissimi legame con la Premiére Dame Brigitte. In compenso, i critici contano la bellezza di 1.092 "oui" sussurrati o solo accennati col capo dall'intervistatore, conquistato dal Galletto.
2021: BARACK E IL FIGLIO SEGRETO
Non capita a tutti avere a disposizione un ex presidente degli Stati Uniti, per giunta Premio Nobel per la Pace "sulla fiducia". Barack Obama, nel 2021, avrebbe potuto rendere conto del fallimento delle sue politiche in Medio Oriente, avrebbe potuto spiegare perché dopo due mandati di fila i democratici siano stati sbaragliati da Trump. E invece niente, il giocoso tete à tete verte addirittura su un siparietto, quello del "figlio segreto" di Fazio, con Obama che sta al gioco. "Quel ragazzino è tuo figlio e questa cosa non posso ignorarla... Fai il tuo dovere di padre. Se non fai come ti dico vengo lì e ti gonfio la faccia così".
2021: FIGLIUOLO E GARIBALDI
A scatenare la rabbia dei no vax (e la perplessità di molti) è invece l'intervista nel 2021, con l'emergenza Covid in fase calante, al generale Francesco Figliuolo, commissario straordinario. L'uomo dei vaccini a tappeto, a cui Fazio (in ossequio al governissimo di Mario Draghi) stende un tappeto rosso: "Lei è più amato di Garibaldi", gli dice tra le altre cose.
2022: BERGOGLIO E GLI SCANDALI
Come per Obama, più di Obama: Fazio nel 2022 ha l'onore riservato a pochissimi di poter intervistare in solitudine un Pontefice, Papa Francesco. Stavolta si infuria la stampa internazionale, molto più "laica" e senza sconti per il Vaticano. "Un'ora di intervista e nessuna domanda sugli scandali legati agli abusi sessuali nella Chiesa", sottolineano. Non proprio un dettaglio.
2023: ZAKI, HAMAS CHI?
Arriviamo a Patrick Zaki. Lo studente egiziano dell'Università di Bologna sarebbe dovuto essere l'ospite della prima puntata del "nuovo" CTCF. Tutto slittato di una settimana a causa delle polemiche per i suoi post contro Israele, pro-Palestina e assolutamente indifferenti alla strage di civili ebrei perpetrata da Hamas. Alla fine, Zaki arriva in studio. Convenevoli, sorrisi, complimenti. L'intervista è veloce, in inglese mezz'ora scarsa. Nella prima metà, l'ospite parla del Medio Oriente e regala ovvietà come "dobbiamo lavorare per la pace" e "violenza chiama violenza". Il giudizio è chiaramente anti-israeliano ma meno sfacciato, quasi subliminale. Tutti attendono la domanda logica: "Cosa pensi di Hamas?". In alternativa, la più blanda "sei rimasto sorpreso dalle polemiche per i tuoi post?", senza arrivare al "ti sei pentito?" che pure qualcuno avrebbe abbozzato. Niente di niente. E Zaki arriva all'impresa di parlare di Medio Oriente per 15 minuti senza mai pronunciare la parola "Hamas".
BONUS TRACK: BRUNETTA E I SOLDI
Per confermare la regola delle interviste genuflesse, serve un'eccezione. Quella a Renato Brunetta, alla fine del 2013, non è forse il confronto più famoso nella storia di CTCF ma sicuramente è quello rivelatore. Si parla di Alitalia e l'ex esponente di Forza Italia tira in ballo i 5 milioni di euro percepiti da Fazio alla Rai. Da gattino a tigre, il presentatore tira fuori gli artigli. "Si leggono tante cose anche sui 5 milioni del suo contratto, meritati eh...". "Non posso dire se ho un contratto di 5 milioni, perché il contratto me lo impedisce. Io però faccio guadagnare la mia azienda. E sono contentissimo di restituire il 50% in tasse e non ho nessuna denuncia fiscale". In studio ovazioni a ogni stoccata di Fazio, visibilmente e insolitamente nervoso. "Mi aveva detto che il pubblico non sarebbe stato di parte", lo punzecchia ancora Brunetta. "Il pubblico sperava che non arrivassimo a questo punto". E ancora: "Mi preme dire al pubblico che questo programma sia interamente pagato dalla pubblicità", sottolinea Fazio. E quando aggiunge "Io sono in Rai da trent'anni" viene interrotto dal suo ospite: "E io sono italiano da 63". Il "buonasera" gelido con cui lo congeda Fazio vale, forse, per tutte le domande cattive mai fatte.