Inizia la battaglia mediatica della Cgil per fare da gran cassa ai cinque referendum dell’8 e 9 giugno. Ieri il segretario della Cgil, Maurizio Landini, si è palesato davanti alla sede Rai di via Teulada (quella di viale Mazzini è chiusa per le bonifiche da amianto, ndr), poi è stata la volta “dell’assedio” alla sede della tv pubblica di Napoli. E si proseguirà così a macchia di leopardo per attirare l’attenzione sulle consultazioni referendarie. Nel tardo pomeriggio il leader della Cgil si è affacciato a via Teulada per rivendicare la battaglia referendaria a tutela del lavoro: «Siamo qui», ha scandito, «per chiedere che venga fatta un’informazione adeguata. Stiamo parlando del servizio pubblico che ognuno di noi paga e quindi rivendichiamo un’informazione adeguata. Cittadini e cittadine italiani hanno il diritto di sapere che c’è un referendum, che cosa è e di poter decidere». Il segretario della Cgil ribadisce che sulla sicurezza sul lavoro «non siamo stati convocati da nessuno». E poi chiede all’esecutivo, «se vuole fare una cosa seria, metta i soldi per aumentare i salari e permettere il rinnovo dei contratti».
«Oggi la battaglia e difendere il diritto di voto. Non chiediamo una campagna a sostegno del sì ma una campagna a sostegno del diritto delle persone di andare a votare». Non «vogliamo parlare solo alla Rai, vogliamo parlare a tutte le Tv e i giornali. Chiediamo a tutte le televisioni a tutti gli organi di informazione la giusta informazione». L’8 e 9 giugno gli italiani saranno chiamati ad esprimersi su 5 quesiti (con un “sì” o un “no”) sulle proposte specifiche di modifica (vale a dire l’annullamento) di 5 norme attualmente in vigore. Si va dai licenziamenti illegittimi alla sicurezza sul lavoro, dalla lotta al precariato alla maggiore integrazione in termini di cittadinanza italiana. Landini fa di conto: «La Cgil ha 5 milioni e oltre 100 mila iscritti e li abbiamo aumentati tra gli attivi: se ogni iscritto convince altri 5 non iscritti ad andare a votare 5 per 5 fa 25. Se ognuno di noi non fa la sua parte si può raggiungere il quorum. I comuni», si lancia potenziando la platea, «8 mila, stiamo lavorando per nominare due rappresentanti di lista in ogni seggio, possiamo farlo, con una presenza sul territorio che non ha nessun’altro».
Intanto proseguiranno le manifestazioni territoriali pubbliche per attrarre l’attenzione dei cittadini: «Oggi siamo in presidio sotto la sede Rai di Napoli perché milioni di cittadini italiani che hanno raccolto, insieme alla Cgil, le firme per portarci al voto per i 5 referendum sul lavoro e cittadinanza dell’8 e 9 giugno, hanno diritto all’informazione e alla possibilità di poter spiegare all’opinione pubblica l’importanza di questo appuntamento referendario: bisogna dare voce e spazio all’unico strumento democratico che esiste nel nostro Paese ed è il referendum e il voto libero e partecipato». Ieri pure il segretario generale Cgil Napoli e Campania, Nicola Ricci, ha partecipare al presidio sotto la sede di Napoli per chiedere al servizio pubblico radiotelevisivo di «informare correttamente i cittadini e le cittadine italiane sui contenuti dei quesiti referendari». Alla manifestazione hanno preso parte, tra gli altri, il deputato del Pd Marco Sarracino, la presidente del Consiglio Comunale di Napoli Enza Amato, Giuseppe Paciolla, padre di Mario, il cooperante Onu assassinato in Colombia, Andrea Laerte Davide, portavoce Possibile Napoli.