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Giorgia Meloni più forte di prima: sondaggi, urne e... Paolo Mieli. Le tre conferme

di Caterina Spinelli martedì 24 ottobre 2023

3' di lettura

Difficile, quasi impossibile intaccare il gradimento di Giorgia Meloni e di FdI, neppure le vicende personali che hanno lambito il premier. Siamo nei giorni dei fuorionda dell’ormai ex compagno Andrea Giambruno, i giorni della separazione. Giorni tribolati da cui il premier sembra uscirne più forte di prima. Lei stessa, nel post social con il quale annunciava l'addio al giornalista del Diario del giorno, prometteva: "Tutti quelli che hanno sperato di indebolirmi colpendomi in casa sappiano che per quanto la goccia possa sperare di scavare la pietra, la pietra rimane pietra e la goccia è solo acqua". Parole che sembrano quasi profetiche. 

Perché mai? Prendiamo i sondaggi. O meglio, in principio i sondaggisti. Già Alessandra Ghisleri, come ricordava Libero lo scorso sabato, vedeva nell’uscita del presidente del Consiglio l'agire di "una da donna decisa". E anche se "il gesto di Giorgia non ha probabilmente un valore elettorale, se avesse tentennato sarebbe stato un colpo per l'istituzione che rappresenta". Dello stesso parere Alessandro Amadori. Anzi, il sondaggista ha visto nella rottura del suo rapporto perfino qualcosa di "positivo". Insomma, "sta piacendo perché lei - parte lesa - ha preso l'iniziativa della separazione in modo risoluto, dignitoso e radicale, come fa il 90 per cento delle donne comuni".

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Poi Roberto Weber, tra i fondatori di Swg e ora a capo dell’istituto Ixè, che profetizzava un effetto positivo in termini di consenso: "Credo che in certe fasce di elettorato, quelle più anziane, scatterà un meccanismo di simpatia che porterà a una piccola crescita di popolarità per Meloni. È scattato persino a me, che sono sempre stato di sinistra". E dopo le previsioni, ecco i primi risultati, le prime importanti indicazioni.

Altro che "contraccolpi". Il sondaggio realizzato da Swg per il TgLa7 di Enrico Mentana vede Fratelli d’Italia crescere di un altro 0,3 per cento e portarsi al 28,7. Sempre più vicina al 30 per cento anche per la rilevazione di Quorum-YouTrend. In questo caso FdI raggiunge il 29,8 per cento, guadagnando così uno 0,2 per cento in sette giorni. E Tecnè rincara la dose: il partito di Meloni si assesta al 29 per cento, in netta risalita. Per non parlare poi dei risultati delle elezioni provinciali: il voto di domenica e lunedì ha portato Fratelli d'Italia a essere il primo partito di lingua italiana in Alto Adige e il primo in assoluto nella città di Bolzano (dove sfiora il 20%), mentre in Trentino il centrodestra ha visto la riconferma di Maurizio Fugatti.

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Insomma, smentite a tempo record per i profeti di sventura. Chi ipotizzava - o meglio, sperava - in un contraccolpo negativo per il premier ora deve fare i conti con i numeri. Prime indicazioni, certo, ma piuttosto chiare. E che il finale potesse essere questo, ossia una spinta a Meloni proprio nei giorni più difficili, in controluce lo ha confermato Paolo Mieli, che ospite a Quarta Repubblica ha speso parole a tratti illuminanti sulla vicenda Meloni-Giambruno. "La mia parte politica ancora una volta è stata presa in contropiede. Io quel coraggio non lo avrei trovato, lì ci vuole di più del coraggio". E ancora: "Un Presidente del Consiglio che ha avuto un anno così difficile e si trova ancora al 30 per cento nei sondaggi, è un dato importante". Parole che chiudono il cerchio.

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