Caro direttore, a proposito della trasmissione Report secondo cui non furono le Br a decidere l’uccisione di Aldo Moro, e che sostanzialmente quell’assassinio va messo nel conto dei servizi segreti occidentali (a scelta, l’M16 inglese o la Cia americana) riteniamo che sia indispensabile sviluppare una analisi equilibrata senza la faziosità che ha caratterizzato tutta la trasmissione. Infatti, tenendo conto di tutta la storia delle Br, qualora si desse per buona la tesi di un intervento finale di servizi segreti non si può fare a meno di rilevare che senza l’assenso, anzi il concorso, del Kgb una operazione di questo tipo non avrebbe mai potuto essere realizzata. Nessuno può contestare il fatto che le Br sono nate per l’incrocio fra due iniziative autonome nell’ambito della estrema sinistra: da un lato l’ala secchiana del Pci, quella che dal 1944 in poi avrebbe preferito l’adozione della via armata per la conquista del potere, e dall’altro lato la derivazione da formazioni quali Potere Operaio, Lotta Continua, Autonomia.
Le Br derivanti da questo crogiolo di gruppi di estrema sinistra ebbero una loro autonomia politica e ideologica e organizzativa ma anche un percorso assai complesso e accidentato. Come disse a suo tempo il generale Dalla Chiesa, «Le Br in quanto tali erano una cosa, le Br di Moretti un’altra». Con Moretti, che ebbe rapporti non chiariti con Corrado Simioni e la francese scuola Hyperion, le Br diventarono davvero il “Partito Armato”, che alzò il tiro e passò dai rapimenti durati qualche ora e alle gambizzazioni alle uccisioni e che mise nel mirino sia magistrati sia uomini di cultura di orientamento riformista fino ad arrivare all’attacco al cuore dello Stato quale fu il sequestro di Moro e la uccisione delle sua scorta.
Ponendosi sul terreno della lotta armata, per loro stessa ammissione, i brigatisti presero rapporti con le frange estremiste, (quelle marxiste) del movimento palestinese che avevano tutte rapporti diretti o indiretti con il Kgb. A parte questo rapporto dichiarato ce ne furono altri sottaciuti ma provati come quelli con la Raf tedesca (controllata dalla Stasi, servizio segreto della Repubblica Democratica Tedesca), con i cecoslovacchi nei cui campi di addestramento furono identificati alcuni brigatisti. Diciamo tutto ciò per rilevare che assai difficilmente i servizi americani o inglesi avrebbero potuto sostituirsi o forzare le scelte di una organizzazione militarizzata con quei collegamenti internazionali e con quella ideologia se la scelta di uccidere Moro non fosse stata condivisa e fatta propria dallo stesso Moretti e dai collegamenti internazionali che egli aveva stabilito.
Detto ciò, il caso non è chiuso. Infatti nella ricostruzione “ufficiale” fatta da Mario Moretti con il concorso della penna di Rossana Rossanda (Mario Moretti: Brigate Rosse, una storia italiana, intervista di Carla Mosca e Rossana Rossanda) esistono due questioni tuttora non spiegate: in primo luogo la terribile contraddizione fra due comunicazioni dello stesso Moro, nella prima delle quali egli “ringrazia” le Br per la sua prossima liberazione e nel contempo rompe con la Dc, e la seconda nella quale invece prende atto, disperato, che è stata decisa la sua morte. Fra questo i due momenti deve essere successo qualcosa di assai drammatico che però non è stato mai raccontato anche se comunque è evidente che Moro è rimasto sempre sotto il controllo delle Br.
I CONTI NON TORNANO - I conti non tornano neanche a proposito della ricostruzione fatta dallo stesso Moretti sulla conclusione tragica della vicenda. Moretti afferma che Moro fu ucciso perché sia la Dc sia il governo non avevano risposto in alcun modo, ma egli non ha spiegato perché Moro fu ucciso qualche ora prima che proprio il 9 maggio Fanfani intervenisse alla direzione della Dc. Per risolvere simili dubbi, però, non possono essere cambiate le carte in tavola. Certamente tutte le ricostruzioni confermano che gli Usa, la Gran Bretagna, la Germania e la Francia non condividevano affatto l’ipotesi di un governo italiano che andasse oltre Yalta, cioè con la collocazione al suo interno del Pci.
Nel contempo, però, tutte le ricostruzioni concordano anche nel fatto che questo tipo di governo non era condiviso per niente dall’Urss, perché avrebbe sconvolto l’equilibrio europeo. La linea euro comunista di Berlinguer era a tal punto contrastata dal Pcus che non solo il Kgb finanziava la contestazione di Cossutta, ma è quasi certo che nel 1973 Berlinguer fu oggetto di un fallito attentato in Bulgaria. Di conseguenza se per interposto servizio (quello bulgaro) il Kgb non avrebbe esitato a provocare la morte di Berlinguer figurarsi se si sarebbe fatto scrupoli nello spingere le Br a far fuori Moro. Come si vede, su quell’evento che ha destabilizzato in modo profondo l’equilibrio politico e culturale del nostro Paese c’è ancora molto da capire. Lo si può fare, però, solo se si segue una linea equilibrata che sviluppa la ricerca a 360 gradi, e non seguendo l’impostazione di Report, che si è risolta in una esercitazione di anti occidentalismo pregiudiziale, naturalmente fatto in nome della terzietà della Rai. In ogni caso però qualora si voglia ritornare su episodi tuttora non chiariti è auspicabile che la Rai,in una sua prossima trasmissione, intervisti il professor Prodi affinché egli spieghi qual è stato il retroterra reale e autentico della famosa seduta spiritica che diede come risultato il nome di Gradoli, purtroppo equivocato non si sa se per imperizia o per dolo.
*Presidente di ReL, Riformismo e Libertà