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Salvatore Dama, premierato? Così cambia la riforma

di Salvatore Dama venerdì 12 gennaio 2024

2' di lettura

La maggioranza accelera i tempi sulla riforma costituzionale. Entro il 29 gennaio dovranno essere presentate le eventuali modifiche al disegno di legge sul premierato. E il centrodestra ieri si è ritrovato al Senato per decidere una strategia comune ed evitare fughe in avanti. La decisione presa è quella di blindare l’elezione diretta del premier, valutando soluzioni migliorative sul resto del provvedimento. Cinque articoli, che prevedono anche la norma anti-ribaltone e l’addio ai senatori a vita nominati dal Quirinale. All’incontro erano presenti i ministri Elisabetta Casellati (Riforme) e Luca Ciriani (Rapporti con il Parlamento), i capigruppo Lucio Malan (Fdi), Massimiliano Romeo (Lega), Maurizio Gasparri (Fi), il presidente della Affari costituzionali Alberto Balboni e gli esponenti della maggioranza che siedono in quella Commissione.

Durante il vertice non si è entrati nel merito di eventuali modifiche da apportare al testo, ma si è stabilito un metodo di lavoro collegiale. Gli emendamenti potrebbero essere proposti dal relatore o dal governo o essere sottoscritti da tutti i capigruppo. «L’unico punto irrinunciabile, l’ho sempre detto, è l’elezione diretta del presidente del Consiglio, sul resto c’è stata un’ampia condivisione sul testo che è stato presentato», dichiara il ministro Elisabetta Casellati al termine della riunione, «se ci saranno dei correttivi, e sottolineo il se, saranno correttivi ed emendamenti di tutta la maggioranza, sottoscritti da tutta la maggioranza».

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In ballo ci sono la cancellazione della figura del secondo premier, l’inserimento di una soglia minima per far scattare il premio di maggioranza e il tetto ai mandati consecutivi del premier. In Commissione sono terminate le audizioni dei costituzionalisti. E il presidente Balboni, intervenendo al vertice, ha fatto un punto sulle osservazioni, anche critiche, emerse. «La maggioranza è compatta nella volontà di andare avanti con questa riforma che è centrale per il programma del governo», spiega il ministro Luca Ciriani, «ora coinvolgeremo la premier Meloni e i vertici dei partiti e valuteremo: se ci saranno dei correttivi, saranno correttivi che decideremo tutti insieme. Non ci saranno fughe in avanti o fughe indietro da parte di nessuno, né dei gruppi né dei singoli senatori». I correttivi possono essere possibili «perché parliamo di un testo costituzionale in cui anche un punto o una virgola o un aggettivo possono essere determinanti», aggiunge Ciriani. Non si deroga, però, dai punti cardine di questa riforma: «La stabilità e la coerenza tra il voto e il governo non possono essere messi in discussione. Sul resto valuteremo, ci saranno altri incontri». Concetti ribaditi anche dal capogruppo azzurro Maurizio Gasparri: sugli eventuali correttivi o emendamenti al premierato, «l’intenzione è quella di agire come maggioranza, quindi facendo un po’ filtro sulle osservazioni che ci dovessero essere. Ci confronteremo, perché i nodi sono quelle questioni che sono emerse nei dibattiti, sui giornali, nelle audizioni, però è un cammino positivo». 

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