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Pietro Senaldi: la virata del Ppe verso la Meloni

di Pietro Senaldi giovedì 7 marzo 2024

3' di lettura

Il sospetto è che si facciano eleggere con i programmi della destra per poi governare con la sinistra; e che quindi alla fine chi ha avuto l’idea originaria sia sempre più affidabile quando si tratta di realizzarla. Però il segnale è forte e positivo, per il governo italiano e peri partiti di destra in Europa. Stiamo parlando della parte del programma del Ppe per il rinnovo dell’Europarlamento, che prevede una sorta di clausola Ruanda, o Albania, nel capitolo lotta all’immigrazione clandestina. Ebbene sì, per farsi rieleggere Ursula Von der Leyen copia i modelli dell’inglese Rischi Sunak e di Giorgia Meloni e promette la sottoscrizione da parte della Ue di intese con Paesi terzi dove ricollocare gli immigrati irregolari, esattamente come ha fatto l’Italia con Tirana, attirandosi gli strali della sinistra e le solite accuse di comportamenti non costituzionali.

«La nostra Europa, una casa sicura e bella per le persone» recita il manifesto elettorale che il Partito Popolare presenta oggi al congresso di Bucarest in vista della campagna elettorale per le Europee di giugno, dichiaratamente contro la transizione ecologica vissuta come ideologia e contro le teorie dell’accoglienza indiscriminata, tanto care ai nostri Boldrini, Fratoianni, Schlein e compagni. «Concluderemo accordi con Paesi terzi per garantire che i richiedenti asilo possano ricevere lì protezione in modo civile e sicuro. Implementeremo il concetto di Paesi terzi», recita il manifesto, che punta anche a un rafforzamento del ruolo di Frontex, l’agenzia europea a guardia delle coste e delle frontiere, il cui lavoro dovrà concentrarsi su tre priorità, «prevenire l’immigrazione illegale, aiutare gli Stati membri a rendere sicuri i confini dell’Unione e aumentare i rimpatri dei migranti nei loro Paesi d’origine».

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Manca solo il sostegno al Piano Mattei dell’Italia per l’Africa e il programma è sovrapponibile all’approccio del nostro governo sul tema clandestini. Se si aggiunge che, oltre allo stop ai deliri ultra-ambientalisti,il documento del Ppe prevede il sostegno agli agricoltori e ai pescatori continentali con aiuti economici, si può dire che la signora Ursula per restare in sella tradisce lo spirito della maggioranza attuale a cui ha dato il nome e guarda decisamente a destra.


MODELLO ITALIANO

Ci sono svariate ragioni, a Palazzo Chigi, per salutare con soddisfazione i propositi del Ppe, partito ormai a trazione prevalentemente tedesca e che riflette gli orientamenti post-Merkel della Germania, della Cdu in generale e della Csu bavarese in particolare, in termini di accoglienza: maglie più strette agli ingressi, espulsioni, pugno di ferro contro l’illegalità. Qualsiasi saranno gli equilibri della prossima maggioranza a Bruxelles, il Ppe ne sarà il perno. Conseguentemente l’Unione non potrà che avallare il trasferimento in Albania dei clandestini approdati in Italia, visto che il partito cardine dell’alleanza ha previsto la procedura come auspicabile. Inoltre, la vicinanza di alcune parti del programma dei popolari alle idee propugnate dall’Ecr, il partito dei conservatorie riformisti fondato dai Tory inglesi e attualmente guidato dagli italiani di Fdi, smentisce le ricostruzioni di un fronte delle destre isolato in Europa e di una scelta già operata dai Popolari verso una conferma dell’asse con i socialisti.

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Il proposito millantato dal Ppe di un’Europa che gestisca in modo unitario e coordinato l’immigrazione illegale attraverso una politica unica indirizzata dalla Commissione pare al momento da libro dei sogni. Ma il fatto di aver portato i moderati dell’Unione a ipotizzarla è merito del partito conservatore e degli esempi inglese ma soprattutto italiano, visto che Londra ormai è fuori dall’Europa; e questo garantisce che l’operazione del governo Meloni a Tirana avrà l’appoggio di Bruxelles, o quantomeno non potrà averne la disapprovazione. Di più, il manifesto dei popolari, visto nel suo insieme, costituisce una base di lavoro comune tra centro, centrodestra e destra per i lavori del prossimo Europarlamento, rivelando un’affinità tra questi schieramenti e dimostrando come ormai in
Europa siano isolati il fronte progressista e la sua ideologia.

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